Contributi e Opinioni 11 Marzo 2019 12:12

Aggressioni ai Veterinari Pubblici, condannate due persone. SIVeMP: «Segnale positivo ma c’è ancora tanto da fare»

Condannate a 8 e 9 mesi di reclusione due persone che nel 2015 avevano preso a calci e pugni un veterinario in un piccolo paese del Leccese. Il veterinario era stato aggredito per aver denunciato un illecito conseguente alla vendita fraudolenta di un cavallo sottoposto a sequestro amministrativo. Gli imputati sono stati condannati per lesioni […]

Condannate a 8 e 9 mesi di reclusione due persone che nel 2015 avevano preso a calci e pugni un veterinario in un piccolo paese del Leccese. Il veterinario era stato aggredito per aver denunciato un illecito conseguente alla vendita fraudolenta di un cavallo sottoposto a sequestro amministrativo. Gli imputati sono stati condannati per lesioni e minacce a pubblico ufficiale, reato punito ai sensi dell’articolo 339 del Codice Penale, che prevede la reclusione da sei mesi a cinque anni. Il giudice ha disposto anche un risarcimento in via equitativa di 4000 euro per il veterinario e di 1000 euro per la ASL, che si è costituita parte civile.

«Questa sentenza merita attenzione – spiega in una nota il Sindacato Italiano Veterinari Medicina Pubblica – per due ordini di motivi. Il primo è che la legge punisce più pesantemente chi minaccia o aggredisce un pubblico ufficiale, e questo da solo potrebbe essere un rilevante deterrente per le persone irragionevoli, esaltate e prive di autocontrollo che ricorrono a tali comportamenti aberranti. Il secondo, forse ancora più rilevante, è il fatto che la ASL si sia costituita parte civile nel processo, a rafforzare il concetto che il danno subito dal proprio dipendente aveva determinato ricadute negative e causato danni anche al datore di lavoro».

I veterinari nello svolgimento del loro servizio sono pubblici ufficiali e ricoprono anche la qualifica di Ufficiali di Polizia Giudiziaria, pertanto le minacce e aggressioni ai loro danni dovrebbero essere oggetto costante di denuncia d’ufficio. Spesso invece le incombenze successive alle aggressioni ricadono sulle spalle dei singoli professionisti e gli aggressori non vengono perseguiti come la legge impone dalle Aziende sanitarie per le quali i veterinari agiscono come legali rappresentanti.

«Per facilitare l’emersione del fenomeno il nostro sindacato ha adottato un questionario coerente ai contesti lavorativi della veterinaria pubblica. Come ha più volte chiesto il SIVeMP, la prima misura da mettere in atto nelle realtà in cui i veterinari rilevano tensioni e reattività eccessive dei controllati è la costituzione di apposite équipe di più veterinari e tecnici della prevenzione. Un’organizzazione del lavoro in équipe nei casi complessi e difficili è la metodologia che si adotta in ogni contesto sanitario, perché non si adotta anche nella medicina veterinaria pubblica? Per mere necessità di risparmio? Il SIVeMP ritiene che in taluni casi si debba anche cominciare a coinvolgere, nelle responsabilità delle aggressioni ai veterinari, le stesse Direzioni delle ASL».

Occorre infatti collocare i veterinari pubblici sotto l’ombrello della tutela del lavoratore della sicurezza sul luogo di lavoro (d.lgs 81/2008 – Testo Unico per la Sicurezza del Lavoro) prevedendo una responsabilità oggettiva del datore di lavoro che non ottempera alla necessità di prevenire con i mezzi disponibili (lavoro di equipe) aggressioni, lesioni personali o danni ai beni di proprietà del singolo veterinario pubblico.

Il SIVeMP ritiene inoltre che, nei casi di aggressione o intimidazione, debba essere garantita dalla ASL la piena presa in carico e tutela legale del proprio dipendente con l’avvio d’ufficio dei procedimenti a carico di persone o ignoti che hanno determinato nocumento ai professionisti.

«Solo con la costituzione di parte civile dell’Azienda si può scongiurare il tentativo – sempre più rilevante in certi territori – di rifiutare i controlli sanitari e delegittimare l’azione di sanità pubblica da parte di operatori che sono pronti a procurare danni e lesioni fisiche e psicologiche al personale che opera in nome e per conto dell’Autorità sanitaria competente.

La sentenza pronunciata nel Leccese riconosce la gravità dell’aggressione al veterinario durante lo svolgimento delle funzioni di medicina pubblica in qualità di pubblico ufficiale e costituisce un segnale fondamentale per la tutela dei professionisti e la presa di coscienza delle istituzioni sulla portata di un fenomeno che necessita da tempo di misure di prevenzione e lotta risolutive».

 

Articoli correlati
Dal reinserimento al lavoro alla formazione, nel Lazio una proposta di legge contro le aggressioni ai sanitari
L’ha presentata il consigliere della Lega Daniele Giannini, raccogliendo le proposte dell’associazione AMAD. L’obiettivo è quello di incrementare le tutele introdotte dalla legge 113 del 2020
di Francesco Torre
Cosa unisce cambiamenti climatici, malattie infettive e crisi alimentari? Il punto di Sorice (Simevep)
A Sanità Informazione, il Presidente della Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva spiega qual è il filo conduttore che unisce tre delle principali problematiche mondiali degli ultimi anni
Non solo peste suina. Grasselli (Sivemp): «Il 70% delle malattie infettive è di origine animale»
Al via il 51° Congresso Nazionale del Sindacato Italiano Veterinari di Medicina Pubblica sui temi di “Agenda 2030 per la Veterinaria Pubblica: malattie infettive, cambiamenti climatici e crisi alimentari”. Il Segretario nazionale: «Cambiamenti climatici fanno migrare animali che portano con sé le loro patologie». Attenzione anche ad antibiotico-resistenza e crisi alimentari (peggiorate dalla guerra)
Aggressioni operatori sanitari, consegnato il premio Federsanità-Simeu “Curare la violenza”
Quattro le aree tematiche individuate dalla Commissione di Valutazione presieduta dalla dott.ssa Maria Pia Ruggieri, past president SIMEU per evidenziare impegno e buone pratiche sulla prevenzione della violenza contro medici ed infermieri messe a punto dalle tante aziende sanitarie e ospedaliere partecipanti
Telecamere e istruttori antiviolenza: Regioni corrono ai ripari contro le aggressioni ai sanitari
Nel post Covid impennata di aggressioni fisiche (+40%) e verbali (+90%). Il Veneto formerà 90 istruttori per diffondere la conoscenza del fenomeno e le strategie utili per affrontarlo. In Lombardia le ambulanze saranno dotate di telecamere e un operatore sanitario avrà la bodycam. De Corato (assessore sicurezza) «Strumenti utili per il forte valore dissuasivo che possono avere in caso di azioni violente e atti vandalici»
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Psoriasi pustolosa generalizzata: il farmaco mirato c’è, ma non è ancora rimborsato. Necessario anche informare, educare e comunicare

Possibilità di una terapia mirata, esigenza di fare una corretta informazione ed educazione, accompagnare i pazienti in un percorso proattivo verso la propria patologia. Questi i temi trattati ...
di Valentina Arcovio
Advocacy e Associazioni

Percorso Regolatorio farmaci Aifa: i pazienti devono partecipare ai processi decisionali. Presentato il progetto InPags

Attraverso il progetto InPags, coordinato da Rarelab, discussi 5 dei possibili punti da sviluppare per definire criteri e modalità. Obiettivo colmare il gap tra Italia e altri Paesi europei in ...
Advocacy e Associazioni

Disability Card: “Una nuova frontiera europea per i diritti delle persone con disabilità”. A che punto siamo

La Disability Card e l'European Parking Card sono strumenti che mirano a facilitare l'accesso ai servizi e a uniformare i diritti in tutta Europa. L'intervista all'avvocato Giovanni Paolo Sperti, seg...
Sanità

I migliori ospedali d’Italia? Sul podio Careggi, l’Aou Marche e l’Humanitas di Rozzano

A fotografare le performance di 1.363 ospedali pubblici e privati nel 2023 è il Programma nazionale sititi di Agenas. Il nuovo report mostra un aumento dei  ricoveri programmati e diu...