Il Presidente della Consulta di Bioetica annuncia una proposta di legge sull’eutanasia: «Troppi vanno ancora all’estero a molti altri, ahimè, si arrangiano per conto proprio». A 10 anni dalla morte di Eluana Englaro serie di incontri per parlare del tema
Sono passati ormai dieci anni dalla scomparsa di Eluana Englaro, la giovane in stato vegetativo a cui, dopo anni di battaglie da parte del padre Beppino, è stata tolta l’alimentazione artificiale e l’idratazione che la teneva in vita. Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata tanta, anche il Parlamento è intervenuto con la legge sul testamento biologico e le disposizioni anticipate di trattamento, una prima risposta del legislatore al tema del fine vita. Ora alla Camera è approdata la proposta di legge di iniziativa popolare sulla “dolce morte” dopo che la Corte Costituzionale ha chiesto a chiare lettere che il Parlamento intervenga sul suicidio assistito per colmare il vuoto legislativo e di tutela sui diritti delle persone malate. Intanto la Consulta di Bioetica, nel decimo anniversario di quello che definisce “il più grande caso italiano di bioetica sul fine vita”, organizza 15 incontri per ricordare quanto accaduto e parlare dei nuovi orizzonti. «Noi abbiamo una proposta di legge sull’eutanasia che speriamo sia depositata e che possa aiutare la discussione», sottolinea a Sanità Informazione il Presidente della Consulta di Bioetica Maurizio Mori.
Presidente, sono passati dieci anni dalla scomparsa di Eluana Englaro. Nel frattempo è stata approvata la legge sul testamento biologico. A che punto siamo sull’applicazione di questa legge?
«L’applicazione è ancora un po’ lontana. Fortunatamente è una legge che recepisce il codice deontologico e che recepisce il sentire ormai diffuso dopo Eluana: la relatrice Lenzi è stata brava in questo. C’è ancora molto da fare e le regioni si muovono a macchia di leopardo nella diffusione della nuova legge. Noi speriamo che venga sempre più applicata perché è una buona legge ma c’è da fare di più ed è per questo che abbiamo promosso questo e altri convegni, “Eluana 10 anni dopo”, con 15 incontri in tutta Italia proprio per favorire una cultura che affronti in modo migliore il fine vita. In questo noi riteniamo ci debba essere anche l’eutanasia come scelta volontaria di chi non ce la fa più».
C’è un disegno di legge su questo in Parlamento. Pensa che sia la legislatura giusta per approvare questo disegno di legge?
«Che sia la legislatura giusta tutti ce lo auspichiamo ma è una domanda da 100 milioni di euro. Noi abbiamo una proposta di legge che speriamo sia depositata e che possa aiutare la discussione».
Sono tanti quelli che vanno ancor all’estero per avere questo diritto?
«Sicuramente troppi. E poi dobbiamo tener conto dei tanti che, ahimè, si arrangiano per conto proprio».