Lavoro e Professioni 6 Settembre 2016 15:00

Assicurazioni, ecco quando (non) si parla di atto invasivo

Sono una giovane neurologa ed opero con un contratto di collaborazione coordinata e continuativa presso un’azienda sanitaria del Nord Italia. Alcune settimane fa il mio capo dipartimento mi ha assegnato l’incarico di effettuare infiltrazioni, tramite normali siringhe, del farmaco tossina botulinica in pazienti affetti da patologie neurologiche, come ad esempio distonia o emispasmo facciale. Essendo […]

di Ennio Profeta - Consulente SanitAssicura

Sono una giovane neurologa ed opero con un contratto di collaborazione coordinata e continuativa presso un’azienda sanitaria del Nord Italia. Alcune settimane fa il mio capo dipartimento mi ha assegnato l’incarico di effettuare infiltrazioni, tramite normali siringhe, del farmaco tossina botulinica in pazienti affetti da patologie neurologiche, come ad esempio distonia o emispasmo facciale. Essendo assicurata da qualche anno per la mia responsabilità professionale presso una primaria compagnia italiana, ho chiesto per puro scrupolo se la polizza garantiva questa attività. Da quel momento è iniziato “un balletto” di risposte e controrisposte che si è concluso solo ieri con una soluzione che, anche se onerosa per me, è risultata comunque migliorativa rispetto alla prima proposta dell’assicuratore. In sostanza mi è stato eccepito che questa attività era da considerarsi Chirurgica/Invasiva e quindi non rientrante nella fattispecie da me dichiarata all’atto della stipula della polizza la quale esclude l’attività invasiva. In seconda battuta mi è stato poi eccepito l’aggravamento di rischio relativamente all’infiltrazione di sostanze tossiche. Alla fine ho accettato la ultima proposta, in quanto meno onerosa per me, ma dall’episodio mi è rimasta molta confusione ed un po’ di malessere. Lei cosa pensa della mia questione? Ritiene che la compagnia si sia comportata in maniera corretta e comunque coerente alle clausole contrattuali?

La questione degli atti invasivi è costante motivo di questioni e contraddittori tra assicurati ed assicuratori. Non ci vorrebbe molto a risolvere definitivamente la questione. Sembra quasi, ma io non voglio crederlo, che a qualcuno convenga lasciare la faccenda in questo stato di scarsa trasparenza. Ma, evitando altre considerazioni di carattere generale e venendo al suo caso, io escludo in maniera assoluta che una iniezione intramuscolare possa essere considerata un’attività invasiva. Quindi nel suo caso l’assicuratore, nel richiedere un incremento di premio per attività invasiva, non le dato una risposta corretta. Ma io nutro seri dubbi anche sulla richiesta, poi accettata da Lei, di un incremento di premio per l’attività di infiltrazione. Io ritengo infatti che questa attività rientri a pieno titolo tra quelle tipiche di un neurologo. Conseguentemente l’incremento di premio sarebbe stato legittimo soltanto nel caso in cui la polizza avesse escluso dalla copertura assicurativa le infiltrazioni, richiedendo un aumento di premio per la loro inclusione. In via generale io ritengo che qualche assicuratore in tutta buona fede dia risposte, se non affrettate, quantomeno non supportate da una verifica non solo delle condizioni di polizza ma anche di ordine medico legale.

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