Sanità 15 Marzo 2019 17:57

Registro Tumori, in arrivo il ‘referto epidemiologico’ per mappare il territorio. Alberto Zolezzi (M5S): «Con questa legge si sarebbero evitati i casi di Pfas in Veneto»

Con la nuova legge i cittadini saranno mappati e ci sarà una valutazione dello stato di salute complessivo di una comunità. Il deputato Cinque Stelle primo firmatario della legge: «Così descriveremo i territori per quanto riguarda la salute delle persone, quindi le nuove malattie che si verificano ogni anno, l’incidenza delle patologie, perché le persone vanno in ospedale. È una legge a costo zero»

Referto epidemiologico. È questa la grande novità contenuta nella legge che istituisce la Rete Nazionale dei registri tumori approvata dal Parlamento. Il referto, secondo quanto stabilisce la legge, altro non è che «il dato aggregato o macrodato corrispondente alla valutazione dello stato di salute complessivo di una comunità che si ottiene da un esame epidemiologico delle principali informazioni relative a tutti i malati e a tutti gli eventi sanitari di una popolazione in uno specifico ambito temporale e in un ambito territoriale circoscritto o a livello nazionale, attraverso la valutazione dell’incidenza delle malattie, del numero e delle cause dei decessi, come rilevabili dalle schede di dimissione ospedaliera e dalle cartelle cliniche, al fine di individuare la diffusione». In altre parole i cittadini italiani saranno mappati e, attraverso i dati raccolti, si potrà intervenire su eventuali fonti di inquinamento. «Se fosse esistita prima questa legge si sarebbero evitati i casi Pfas: in Veneto c’erano tantissime gravidanze che andavano male e casi di infertilità. Nella zona rossa dei Pfas ci sono voluti 20 anni di esposti anche da parte di parlamentari per tirare fuori quello che era ovvio», spiega a Sanità Informazione il deputato Cinque Stelle Alberto Zolezzi, promotore dell’istituzione del referto epidemiologico. «Probabilmente si inizierà dalle zone d’Italia più impattate  – continua il deputato M5S – nella fase attuativa che vedrà altri decreti del Ministero della Salute però si vedrà che con costi davvero irrisori e con la distribuzione di risorse si può arrivare a un referto epidemiologico nazionale, infatti è una proposta considerata a costo zero».

Onorevole, perché importante la legge sull’istituzione della Rete registro tumori?

«Questa legge unisce due leggi, quella della scorsa legislatura di Baroni sull’istituzione della Rete dei Registri Tumori e quella a firma mia Zolezzi sull’istituzione del referto epidemiologico. Parto dalla seconda: questo referto intende descrivere i territori per quanto riguarda la salute delle persone, quindi le nuove malattie che si verificano ogni anno, l’incidenza delle patologie, perché le persone vanno in ospedale, perché le persone muoiono, quante persone muoiono in base alla fascia d’età. E avere una mappatura dei vari registri presenti sul territorio, registri di nascita, eventuali malformazioni congenite, gravidanze problematiche. Nell’intervento in aula ho spiegato che se fosse esistita prima questa legge si sarebbero evitati i casi Pfas (acidi perfluoroacrilici, ndr) dove in Veneto c’erano tantissime gravidanze che andavano male e casi di infertilità. Nella zona rossa dei Pfas ci sono voluti 20 anni di esposti anche da parte di parlamentari per tirare fuori quello che era ovvio: sarebbe bastato mettere a sistema tutti i vari dati e ci si sarebbe reso conto che statisticamente c’era un aumento di alcune patologie. Ci voleva una validazione epidemiologica, una vera e propria relazione sanitaria dove dai numeri, dalle statistiche si riusciva a capire che c’era anche un problema clinico ce andare a cercare di capire quale ne fosse la causa. Tra le patologie chiaramente ci sono anche i tumori, quindi il 70% della popolazione italiana è coperta dal registro tumori, noi con questa legge spingiamo per arrivare al 100%. È una legge che ha avuto già un iter importante nella scorsa legislatura che ha portato al Dpcm del marzo 2017 in cui si è iniziato proprio dalla mappatura dei vari registri, ce ne sono 148. Spesso lavorano in maniera un po’ indipendente quindi alla fine non ci sono fotografie della salute dei territori, della proporzionalità rispetto ai territori vicini, rispetto alle regioni e alla nazione, e soprattutto non c’è un andamento pluriennale studiato e quindi non si capisce come sta un territorio, se ci sono eventuali fattori di rischio, se si può intervenire. Si possono risparmiare soldi, risorse e destinarle alla prevenzione e alla fine c’è anche un aspetto economico importantissimo: chi ha stimato l’esternalità sanitaria ambientale in Italia ha calcolato 48,3 miliardi che in gran parte possono essere vitali, se c’è un tipo di produzione che in un tipo di territorio dà problemi la sostituisco con qualcosa di più sostenibile come il recupero di materia: noi abbiamo messo 26 milioni in legge di Bilancio per stimolare l’acquisto di oggetti recuperati invece che incenerirli e questo è già un passo, una cosa che con questa legge vogliamo stimolare».

LEGGI ANCHE: REGISTRO TUMORI, E’ LEGGE L’STITUZIONE DELLA RETE NAZIONALE: M5S: «ORA POSSIBILE STUDIARE CON DATI CERTI IL LEGAME SALUTE-AMBIENTE E OFFRIRE CURE MIGLIORI»

Il referto è una novità assoluta per l’Italia?

«Sì. Di solito pensiamo al referto quando andiamo dal medico e fa una refertazione in senso medico-legale. Il referto può essere anche epidemiologico, nel senso che dopo che ho visto dei dati matematico-statistici descrivo un territorio sulla base di vari aspetti che considero le principali malattie causa di morte. Probabilmente si inizierà dalle zone d’Italia più impattate nella fase attuativa che vedrà altri decreti del Ministero della Salute però si vedrà che con costi davvero irrisori e con la distribuzione di risorse si può arrivare a un referto epidemiologico nazionale, infatti è una proposta considerata a costo zero. Bilanciandola sui risparmi in esternalità sanitaria potrà essere davvero a costo zero. È la prima volta che viene usata la parola referto per questo aspetto nella normativa italiana, siamo orgogliosi di questo, anche perché a livello internazionale non c’è una legge di questo genere. Però esistono già applicazioni nazionali: a Genova è stato applicato il referto epidemiologico, si è visto che ci sono quartieri in cui c’è una mortalità molto più elevata, è chiaro che questo può essere un dato che può spingere ad approfondire, a migliorare la qualità di vita di quelle persone, per ridurre le emissioni in atmosfera e determinati fattori inquinanti, risparmiare soldi e sofferenze, mortalità, tumori».

 

Articoli correlati
Inquinamento: l’Emilia Romagna investe 154 milioni nel prossimo Piano dell’Aria
Malgrado le osservazioni critiche dell'opposizione, disco verde della commissione Politiche per la Salute dell'Emilia-Romagna al prossimo Piano dell'Aria (Pair 2030) proposto dalla giunta regionale per ridurre gli effetti dell'inquinamento
di V.A.
Clima pazzo e inquinamento aumentano il rischio di maculopatie senili
La crisi climatica e l’inquinamento atmosferico ad essa legato rappresentano un’urgenza anche per la salute dei nostri occhi,  che va ben oltre quella finora considerata di congiuntiviti e occhio secco. Uno studio canadese, il più ampio mai realizzato, pubblicato il mese scorso su Ophthalmic Epidemiology e condotto su 1,7 milioni di americani over 65, ha evidenziato una correlazione significativa tra maggiore probabilità di gravi problemi alla vista e temperature più elevate
di V.A.
Il traffico aumenta la pressione sanguigna, un effetto che dura fino a 24 ore
Uno studio dell'Università di Washington, pubblicato sulla rivista Annals of Internal Medicine, ha rilevato che l'aria non filtrata proveniente dal traffico delle ore di punta aumenta significativamente la pressione sanguigna dei passeggeri, sia mentre si trovano in automobile che fino a ben 24 ore dopo
Inquinamento: la Corte Europea dei diritti dell’Uomo condanna l’Italia
Massimo Tortorella, presidente Consulcesi: “Sentenza storica: da Europa diritto a vivere in un ambiente salubre anche senza danno alla salute. Forti analogie con la nostra azione collettiva Aria Pulita, nn messaggio positivo anche per i 600 mila richiedenti"
Ue verso aria più pulita, parte carbon tax alle frontiere
Ridurre le emissioni inquinanti e, di conseguenze, ridurre il loro impatto sulla salute ambientale e dell'uomo. Queste sono solo alcuni degli ambiziosi obiettivi della Carbon Tax dell’Unione Europea alle frontiere, entrata in vigore da pochi giorni
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Percorso Regolatorio farmaci Aifa: i pazienti devono partecipare ai processi decisionali. Presentato il progetto InPags

Attraverso il progetto InPags, coordinato da Rarelab, discussi 5 dei possibili punti da sviluppare per definire criteri e modalità. Obiettivo colmare il gap tra Italia e altri Paesi europei in ...
Advocacy e Associazioni

Disability Card: “Una nuova frontiera europea per i diritti delle persone con disabilità”. A che punto siamo

La Disability Card e l'European Parking Card sono strumenti che mirano a facilitare l'accesso ai servizi e a uniformare i diritti in tutta Europa. L'intervista all'avvocato Giovanni Paolo Sperti, seg...
Sanità

I migliori ospedali d’Italia? Sul podio Careggi, l’Aou Marche e l’Humanitas di Rozzano

A fotografare le performance di 1.363 ospedali pubblici e privati nel 2023 è il Programma nazionale sititi di Agenas. Il nuovo report mostra un aumento dei  ricoveri programmati e diu...