La tragedia nel comune in provincia di Reggio Emilia: la procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. Sul tema è intervenuta anche la titolare della salute: «Esistono protocolli e medici che possono aiutare le famiglie a fare le cose al meglio. Non fatelo in casa, non rischiate!». Ogni anno in Italia tra i 4mila e i 5mila i bambini vengono circoncisi per motivi culturali, religiosi o igienici. Il 35% degli interventi è clandestino. Fnomceo aderisce ad appello Aodi: «Quella rituale sia inserita subito nei Lea»
Una circoncisione fatta in casa si è tramutata ancora una volta in una tragedia. È avvenuto a Scandiano, in provincia di Reggio Emilia. Un neonato di quattro mesi ha perso la vita in seguito a una circoncisione eseguita in casa dai genitori di origine ghanese: il bimbo era stato portato venerdì all’ospedale di Scandiano, nel Reggiano, in arresto cardiaco. Le sue condizioni sono subito apparse gravissime ed è stato trasferito in eliambulanza all’ospedale Sant’Orsola di Bologna, dove è deceduto nelle prime ore di sabato.
La procura di Reggio Emilia ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e i carabinieri hanno avviato un’indagine per fare luce sui fatti che hanno portato al tragico decesso. Potrebbe rivelarsi decisiva l’autopsia. Si stima che ogni anno in Italia siano tra i 4mila e i 5mila i bambini che vengono circoncisi per motivi culturali, religiosi o igienici e il 35% degli interventi è clandestino. A dicembre un bimbo nigeriano di due anni era morto e il gemello era rimasto gravemente ferito a causa di un maldestro intervento di circoncisione praticato da un uomo di origine libica a Monterotondo, vicino a Roma.
Sul tema è intervenuto anche il ministro della Salute Giulia Grillo che ha lanciato tramite Facebook un appello: «Un altro bimbo morto per una circoncisione rituale fatta in casa in modo illegale. La circoncisione è un’operazione chirurgica e va fatta rispettando le norme igienico-sanitarie. La salute e la vita dei bambini vengono prima di tutto. Esistono dei protocolli e dei medici che possono aiutare le famiglie a fare le cose come devono essere fatte. Non fatelo in casa, non rischiate!».
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Il Fondatore dell’Amsi (Associazione Medici di Origine Straniera in Italia) e Consigliere Ordine dei medici di Roma Foad Aodi denuncia l’urgenza di deliberare una legge a livello nazionale affinché si autorizzino le strutture pubbliche e private ad effettuare le circoncisioni presso gli ospedali con costi accessibili per garantire il diritto alla salute e evitare il canale delle circoncisioni clandestine. Secondo Amsi a dicembre il dato celle circoncisioni clandestine era più del 35% a livello nazionale e poi è sceso in questi tre mesi al 25% dopo la tragica morte del bambino a Monterotondo. «Facciamo il nostro ennesimo appello già fatto in passato, ma non ascoltato, – sottolinea Aodi – affinché il Ministero della Salute possa dare un’autorizzazione a tutte le Regioni per dare spazio ad ambulatori per la circoncisione rituale e tutelare la salute ai bambini musulmani e non fargli subire complicanze fisiche e psicologiche».
Abbiamo intercettato Aodi a margine della presentazione del corso ECM “Salute e migrazione: curare e prendersi cura” lanciato dalla FNOMCeO in collaborazione con l’Osservatorio nazionale per la salute (OIS). «Gli immigrati non portano malattie, si ammalano per motivi lavorativi, economici, abitativi nel senso che tanti abitano in case non idonee e anche con umidità, per scarsa igiene, per problemi anche ansiosi e depressivi – spiega Aodi – Da quando seguiamo questo argomento, dal 2000, registriamo quasi il 30% sono visite di ginecologia e di pediatria. Addirittura ci sono donne in gravidanza al quinto mese senza una minima ecografia. Il 30% poi sono visite ortopediche e fisiatriche, per il fatto che tanti di loro fanno muratori, lavori pesanti e purtroppo certe volte anche senza permesso di soggiorno e senza contratto e hanno paura di andare al pronto soccorso, per questo c’è un’alta frequenza di ernia del disco. Ci sono il 10% di malattie trasmesse sessualmente e dermatologia. Un altro 10% di ipertensione e diabete, patologie cardiologiche, questo dovuto anche allo stile di vita e all’alimentazione che cambia. Il 5% richieste di circoncisioni, purtroppo confermiamo i nostri dati, il 35% di circoncisioni si fanno in strutture non accreditate e non autorizzate. Noi le abbiamo chiamate “circoncisioni clandestine” da combattere e da eliminare. Il resto sono visite di oculistica, otorinolaringoiatria e pneumologiche».
Anche la Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, chiede che la circoncisione rituale sia inserita subito nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) e aderisce all’appello lanciato ieri da Foad Aodi.