All’appello lanciato da Foad Aodi, Presidente dell’Associazione Medici di origine straniera in Italia e consigliere dell’OMCeO Roma, aderisce anche il Presidente della Commissione Sanità del Senato Pierpaolo Sileri: «Gli ultimi casi secondo me sono una sottostima, perché probabilmente ci sono stati molti altri casi con complicanze senza morti». Il presidente dell’Ordine dei Medici di Roma: «Dobbiamo dare modo a tanti bambini di essere salvaguardati da complicanze che possono essere mortali»
Dopo l’ultimo grave episodio di Scandiano, in provincia di Reggio Emilia, che ha visto la morte di un neonato in seguito ad una circoncisione eseguita in casa, politica e istituzioni mediche si muovono per far sì che la circoncisione rituale avvenga sempre in strutture adeguate e in sicurezza. All’appello lanciato da Foad Aodi, Presidente dell’Associazione Medici di origine straniera in Italia e consigliere dell’OMCeO Roma, per far inserire la circoncisione rituale nei LEA ha subito aderito la Federazione degli Ordini dei Medici guidata da Filippo Anelli che ha auspicato una legge nazionale che autorizzi le strutture pubbliche e private ad effettuare le circoncisioni in ambiente protetto e a costi accessibili, per garantire a tutti il diritto alla salute e evitare i canali clandestini.
Ora all’appello si aggiunge l’adesione di Pierpaolo Sileri, Presidente della Commissione Sanità del Senato: «Gli ultimi casi secondo me sono una sottostima, perché probabilmente ci sono stati molti altri casi con complicanze senza morti – spiega Sileri a Sanità Informazione – Questo rende necessario far entrare la circoncisione nei LEA o trovare una soluzione per far sì che non muoiano dei piccoli perché qualcuno decide di fare la circoncisione a casa o per motivi religiosi o per motivi di qualunque altra natura. È necessario trovare una soluzione: due casi nell’ultimo mese, tre dall’inizio dell’anno sono davvero troppi».
Alla richiesta di Sileri si unisce il Presidente dell’OMCeO Roma Antonio Magi: «Credo che se non si dovesse riuscire a inserire la circoncisione nei LEA perché comunque è sempre un po’ più complesso entrare nei LEA, sia necessario fare una legge ad hoc per cercare di far emergere questa situazione e dare modo a tanti bambini di essere salvaguardati da complicanze che possono essere mortali proprio perché molto spesso viene eseguita in casa da gente che si improvvisa e comincia a fare degli interventi chirurgici. Spesso viene fatta anche in tarda età proprio per mancanza di possibilità di poter avere una capacità economica soddisfacente per poterla fare in giovane età: prima si fa e meglio è, ci sono meno rischi, ma non tutti sono in grado di farla ai bambini piccoli».
Foad Aodi chiede l’intervento del Ministro della Salute Giulia Grillo: «Sono molto contento che il mio appello abbia ricevuto così tante adesioni. Sono contento soprattutto per i bambini perché qua si parla di tutelare il diritto alla salute per tutti e anche la salute dei bambini. Proprio oggi è arrivata una richiesta dalla Sicilia da una mamma il cui figlio ha avuto una complicanza e stiamo lavorando per farlo venire a Roma per fare un intervento riparatorio. Come questi di casi purtroppo ce ne sono tanti. Per identificare qualsiasi fenomeno servono i dati e i dati sono molti precisi: su 5mila circoncisioni in Italia il 35%è eseguito in modo clandestino. Il nostro appello congiunto Amsi-FNOMCeO-OMCeO Roma, “circoncisione nei LEA” sta ottenendo un consenso a livello nazionale molto importante, questo anche grazie all’appoggio del Presidente della Commissione Sanità del Senato Pierpaolo Sileri che subito ha fatto sapere che si sta valutando di inserire la circoncisione nei LEA. Adesso tocca al Ministro dopo che si sono espressi in così tanti: aspettiamo una risposta».