Con l’arrivo della primavera aumenta il rischio di sviluppare riniti o dermatiti atopiche nei bambini in età prescolare. Tutti campanelli d’allarme che non vanno sottovalutati: al centro Humanitas Pio X di Milano una equipe composta da otorino e allergologo studia i rimedi
Circa il 20% degli italiani soffre di rinite allergica anche a causa dei cambiamenti climatici. Ne soffre il 95% dei soggetti asmatici, mentre in primavera sono frequenti i casi di rinocongiuntivite allergica. Prima dell’arrivo della stagione primaverile, si può intervenire con una terapia preventiva farmacologica e, nei casi più persistenti, con una immunoterapia, consigliata principalmente per i più piccoli. «La diagnosi viene fatta dopo un primo intervento in endoscopia nasale – spiega Federico Leone, otorinolaringoiatra al centro Humanitas Pio X di Milano – per vedere l’aspetto della mucosa e la presenza di secrezione. Poi si procede con l’indagine su agenti allergeni. In tal caso interviene l’allergologo che effettua i prick test».
«Si tratta di esami che vengono fatti in ambulatorio, completati poi da una diagnostica di laboratorio che è il dosaggio delle ige specifiche comunemente chiamato anche rast – prosegue Alessandra Piona, allergologa, responsabile di medicina generale dell’Humanitas Pio X –. Con l’esecuzione dei prick test e dei rast si arriva ad un preciso inquadramento diagnostico. Si testano gli allergeni principali che sono i pollini, le polveri, le muffe, gli epiteli degli animali domestici, cane e gatto, ed il lattice. Il test è cutaneo, ovvero si mette una goccia di allergene sulla cute, poi con un ago di plastica si buca in quel punto. In questo modo si genera una reazione che si verifica solo nel paziente allergico atopico».
E una volta individuata l’allergia come si opera? «La terapia vera sarebbe l’allontanamento della fonte allergenica – aggiunge Piona – ma non sempre è possibile. In caso di allergia all’animale domestico si potrebbe fare, anche se da un punto di vista psicologico non è facile, ma se da una rinite si arriva all’asma sarebbe la cosa più utile. Una bonifica ambientale è consigliata invece in caso di acari della polvere, in particolare se si tratta di piccoli pazienti. In tal caso ci sono dispositivi che vengono adottati su letto, guanciale, materasso e limitano l’esposizione all’acaro della polvere. Allo stesso modo nella camera occorre non tenere in esposizione peluche e libri. Chi è allergico ai pollini, invece, non può allontanare l’allergene ed allora si passa alla terapia farmacologica. Si inizia con spray nasali, per proseguire con antistaminico o, in casi più gravi, col cortisone che viene dato per via orale. La soluzione più efficace, soprattutto per pazienti pediatrici, è l’immunoterapia, ovvero il vaccino antiallergico, che non solo agisce sull’allergia in atto, ma previene la cosiddetta marcia allergica. Infatti, un bambino che a 5 anni è allergico alle graminacee, nell’età dell’adolescenza, nella maggior parte dei casi, manifesterà allergie agli acari della polvere, agli alimenti e magari al nichel, perché si genera una iperreattività del sistema immunitario. Per evitare ciò si interviene con il vaccino antiallergico. Con l’immunoterapia il problema si può risolvere».