Il presidente eletto dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica promuove la legge che ha istituito la rete del registro tumori: «Fondamentale per poter gestire anche l’organizzazione delle realtà ospedaliere e delle reti sulla base dei numeri»
L’importanza delle reti oncologiche e la nuova legge sulla rete del registro tumori. Sono due dei temi di cui abbiamo parlato con Giordano Beretta, Responsabile dell’Oncologia Medica di Humanitas Gavazzeni Bergamo e presidente eletto di Aiom, l’Associazione Italiana di Oncologia Medica. L’occasione è stata la presentazione in Senato della relazione sullo Stato dell’oncologia in Italia, in cui Beretta ha messo in evidenza le differenze che esistono tra le diverse regioni (soprattutto tra quelle del nord e quelle del sud) nella gestione dei pazienti con patologia tumorale. Beretta ha inoltre sottolineato la grande importanza dell’approvazione della rete nazionale dei registri tumore, varata dal Parlamento lo scorso 12 marzo, Un passo in avanti importante per avere una mappatura completa su scala nazionale dei malati di tumore, dati fondamentali per poter organizzare al meglio le realtà ospedaliere del territorio.
Presidente, i dati che ha presentato, anche sulle reti oncologiche, parlano di una differenza abbastanza marcata tra nord e sud del paese. La preoccupano?
«Se uno va ad analizzare quelli che sono i dati dei registri tumori, quindi i dati di incidenza e di mortalità, si rende conto che l’incidenza al sud è più bassa che al nord ma al sud la sopravvivenza è più bassa che al nord e questo non è per l’incompetenza degli operatori ma è per limiti organizzativi. Questo vuol dire che non c’è un coordinamento tra le diverse strutture che consenta di gestire tutte le problematiche che i miei pazienti oncologici possono avere. Ovviamente la presenza di una rete consente in realtà di raccogliere tutte le tipologie di patologia e gestirle nel miglior modo possibile attraverso dei percorsi che siano standardizzati e quindi ottimizzati sulla base di quanto disponibile. Non avere una rete vuol dire una gestione più estemporanea. Al sud le reti sono un po’ più indietro, non che al nord siano perfette. Ci sono regioni al nord in cui ci sono stati rallentamenti sulla rete in realtà, però il concetto è che quantomeno un abbozzo di rete c’è stato mentre in alcune regioni del sud siamo alla delibera, o forse addirittura senza la delibera, quindi con le difficoltà organizzative importanti. Gli oncologi hanno cercato di risolvere parzialmente questa cosa creando dei Pdta, dei Piani diagnostico terapeutici assistenziali locali, che sono il modo migliore per gestire localmente il paziente ma che non hanno dietro tutto quel percorso organizzativo che una rete può fornire».
Si è parlato della rete del registro tumori: perché è importante questa legge passata all’unanimità?
«Noi abbiamo ancora adesso, pur avendo delle realtà di registro tumori molto importante, ancora qualche area che è scoperta. La copertura è quasi totale ma ci sono ancora realtà su cui non abbiamo nessuna registrazione. Diciamo che se andiamo ad analizzare i dati di trend, cioè l’andamento del tempo, noi abbiamo una copertura che è nell’ordine del 60-70%. Una legge che definisca che esiste una rete di registri tumori su scala nazionale di fatto consente di avere un quadro complessivo di quella che è l’incidenza, la sopravvivenza, la prevalenza, la mortalità, cioè la possibilità di definire con esattezza quali sono le problematiche, i volumi e i problemi da affrontare, quindi di poter gestire anche l’organizzazione delle realtà ospedalieri e delle reti sulla base dei numeri».
Anche per vedere se c’è un’incidenza di qualche fattore ambientale?
«Sicuramente l’incidenza del fattore ambientale in questo modo può essere valutata anche se dobbiamo tenere presente che l’incidenza del fattore ambientale è una cosa che si vede a distanza di tempo, non nell’immediato. Però in realtà l’andamento dei trend è proprio quello che ci serve per dire che cosa è successo di diverso rispetto a quello che c’era prima che ha fatto cambiare questo andamento, in meglio o in peggio che sia. Avere una copertura del 100% dà la garanzia di poter vedere questi dati.