Le società scientifiche riunite a Milano (Anircef, Sin, Sisc) hanno reso pubblica un’importante novità: scoperto il meccanismo che genera il dolore emicranico e messi a punto nuovi farmaci. «Questi medicinali hanno dimostrato in tutti gli studi clinici, ad un anno, una grande efficacia con remissione completa della crisi e in oltre il 50 per cento dei casi riduzione sensibile degli episodi»
Buone notizie per chi soffre di emicrania. Alla vigilia della XI giornata nazionale del mal di testa in programma il prossimo 11 maggio, le principali società scientifiche italiane di riferimento: Anircef (associazione neurologica italiana per la ricerca delle cefalee), Sin (Società italiana di neurologia), Sisc (società italiana per lo studio delle cefalee) hanno annunciato questa mattina a Milano un’importante novità in tema di cura. È stato infatti scoperto il meccanismo che genera il dolore emicranico e messo a punto un farmaco a base di anticorpi monoclonali, per fronteggiare quella che è considerata tra le dieci patologie più disabilitanti a livello mondiale, che colpisce il 75% della popolazione tra i 18 e i 65 anni, in prevalenza donne.
«La più importante novità è rappresentata dall’arrivo di questi nuovi farmaci definiti anticorpi monoclonali – afferma il Professor Elio Clemente Agostoni, Presidente ANIRCEF – che sono capaci di interferire con il meccanismo che genera la malattia e quindi sono capaci di prevenire l’emicrania che noi oggi dobbiamo considerare una vera malattia neurologica cronica. Questi farmaci hanno dimostrato in tutti gli studi clinici, ad un anno, una grande efficacia con remissione completa della crisi e in oltre il 50 per cento dei casi riduzione sensibile degli episodi. Quindi da un punto di vista dell’efficacia non vi è alcun dubbio e quindi la speranza è che questi farmaci siano in grado di modificare questa grande disabilità che i pazienti emicranici hanno, sia diretta durante la crisi, che indiretta perché è una disabilità che comporta anche dei problemi di adattamento, psicologici e legati alla vita relazionale in cui c’è una interferenza importante dell’emicrania».
Professore, questo tipo di terapia si potrà utilizzare per la cura di tutti i tipi di emicrania e cefalee o solo in alcuni casi?
«L’anticorpo attuale si potrà impiegare per la cura e la prevenzione dell’emicrania e in parte della cefalea a grappolo».
È già in commercio ad oggi?
«Attualmente è sul mercato, ma non ha la rimborsabilità, il che significa che i pazienti lo devono acquistare e i prezzi oggi sono rilevanti. Le Regioni hanno atteggiamenti diversi nell’accettare questa fase sperimentale pre-rimborsabilità. Ad esempio, in Regione Lombardia è stata data la concessione di acquisire nelle farmacie degli ospedali il farmaco ad un euro. Questo permette di applicare sul campo quello che gli studi clinici ci hanno consegnato e devo dire che i primi dati reali ci hanno confermato l’efficacia come ipotizzato in fase di studio. Si tratta di un impegno per il futuro perché questi pazienti non potranno essere abbandonati in futuro quando ci sarà la rimborsabilità».
Quanto tempo dura la terapia?
«Questa è una domanda davvero interessante, perché noi conosciamo quanto ci hanno consegnato gli studi clinici, ovvero il trattamento ad un anno, dopodiché non abbiamo studi che ci possano indicare la durata dell’efficacia. Ora ci sono studi che ci fanno vedere che la durata dell’efficacia permane anche se non nello stesso modo, quindi non sappiamo ancora per quanto tempo dobbiamo trattare i pazienti, certamente un anno. Dopodiché interrompere e verificare sul campo quanto sarà necessario curare le persone».