Non più solo in corsia. Oggi i medici servono anche nel settore farmaceutico. È questo il messaggio emerso dall’incontro: “Il farmaco dalla ricerca di base alla terapia: sinergie tra accademia e impresa sulle nuove prospettive occupazionali del settore farmaceutico”, in Università Campus Bio-Medico di Roma. All’evento hanno partecipato Massimo Scaccabarozzi, Presidente di Farmindustria, Alessandro Mugelli, […]
Non più solo in corsia. Oggi i medici servono anche nel settore farmaceutico. È questo il messaggio emerso dall’incontro: “Il farmaco dalla ricerca di base alla terapia: sinergie tra accademia e impresa sulle nuove prospettive occupazionali del settore farmaceutico”, in Università Campus Bio-Medico di Roma.
All’evento hanno partecipato Massimo Scaccabarozzi, Presidente di Farmindustria, Alessandro Mugelli, Presidente della Società Italiana di Farmacologia e il Professore Giorgio Minotti, Preside della Facoltà dipartimentale di Medicina e Chirurgia, Università Campus Bio-Medico di Roma.
“Se è vero che oggi il 65% dei bambini che frequenta la scuola elementare inizia a studiare per una professione che ancora non esiste, è pur vero che oggi molti dei nostri studenti non sanno che possono percorrere delle strade professionali che già esistono e attendono di essere imboccate. Il medico quindi non è più solo quello in camice bianco, ma può diventare uno scopritore di possibilità di cura. Ed ecco allora che si aprono una serie di bivi professionali, che spesso però i nostri studenti non conoscono”, ha affermato il Preside Minotti.
Un settore, quello farmaceutico, che conta 65.400 occupati diretti e altrettanti nell’indotto, molti dei quali sotto i 35 anni e con una forte presenza femminile. Dal 2018, l’industria farmaceutica italiana ha raggiunto i vertici delle classifiche in ambito europeo per la produzione e, dopo le crisi degli ultimi anni, continua a vivere una stagione di crescita fatta di dinamismo e innovazione continua.
“Noi siamo settore che produce vita, produce valore, farmaci e per portare avanti tutte queste attività ci servono le competenze mediche”, ha affermato Massimo Scaccabarozzi, Presidente di Farmindustria. Sono soprattutto le direzioni scientifiche e della ricerca le figure più richieste dalle industrie del farmaco.
“Abbiamo difficoltà a trovare proprio medici, perché spesso i laureati in medicina sono spaventati dalla mancanza dell’attività clinica, non sapendo che si può esercitare anche da noi. Infatti, nelle nostre aziende portiamo avanti proprio progetti di ricerca clinica. Per chi decide di entrare a far parte di questo mondo, dunque, ci può essere la possibilità di essere coinvolti in qualcosa di meraviglioso che porta a donare più tempo alla vita e più vita al tempo per i malati che stanno aspettando una cura”, prosegue Scaccabarozzi.
Non solo medici però. Tutte le figure scientifiche sono chiamate a dare il loro contributo nella ricerca farmaceutica. Come ha sottolineato, Alessandro Mugelli presidente della Società Italiana di Farmacologia: “Nella ricerca del farmaco c’è spazio per persone che hanno conoscenze nel campo della biologia e della chimica, gli spazi sono tantissimi. Si va dall’identificazione di nuovi principi attivi, alla farmacogenomica che sta rivoluzionando il mondo della terapia”.
Un mondo, quello dell’industria del farmaco, che ha aperto le sue porte agli studenti dell’Università Campus Bio-Medico di Roma e che trova nei laboratori di ricerca dell’Ateneo romano e nel suo Policlinico Universitario un ambiente che vive a stretto contatto con le dinamiche di sviluppo e innovazione delle nuove cure e dei nuovi dispositivi per le diagnosi e le terapie. Una realtà che è quotidianamente a contatto con tematiche come il livello di spesa per i farmaci, l’appropriatezza delle terapie, le problematiche connesse dell’ospedalizzazione e la cura delle malattie croniche.
“Oggi è una giornata di fertilizzazione reciproca tra chi forma e chi aspetta i nuovi professionisti del futuro. Sappiamo che il mondo dell’industria guarda all’accademia perché ci sono le competenze e le risorse del futuro, che sono gli studenti”, ha concluso il Preside Minotti.