A Milano presentata l’Asma Zero Week, in programma dal 3 al 7 giugno. Blasi (Policlinico Milano): «Aderenza alla terapia ed evitare le esposizione agli allergeni per combattere la malattia». Nuove linee guida raccomandano un’azione antinfiammatoria a più lunga durata
Stiamo assistendo al più importante cambiamento nella gestione dell’asma degli ultimi 30 anni in termine di prevenzione e di cura con nuovi farmaci. A confermarlo le parole dei massimi esperti del settore: Francesco Blasi, Direttore del dipartimento di Medicina interna e Pneumologia del Policlinico di Milano, Giorgio Canonica, Direttore della clinica medica personalizzata Asma e Allergie di Humanitas Rozzano, e Carlo Filippo Tesi, Presidente FederAsma, in occasione della presentazione di Asma Zero week, in programma dal 3 al 7 giugno. L’iniziativa intende azzerare dubbi e preoccupazioni di circa 3 milioni di italiani affetti dalla malattia cronica, con visite gratuite in oltre 40 centri specialistici su tutto il territorio nazionale. «L’asma bronchiale è una malattia cronica respiratoria la cui storia naturale è punteggiata da acuzie che vengono chiamate riacutizzazioni e che sono molto pericolose per il paziente che riporterà tosse, mancanza di respiro e respiro sibilante. – spiega Francesco Blasi – Il paziente sentirà nel torace fischi e gemiti che lo metteranno sicuramente in allarme per mancanza di respiro. La riacutizzazione può indurre la necessità di essere ricoverati in ospedali e può indurre anche alla morte. Quindi la prevenzione è fondamentale».
Come è possibile attuare una buona prevenzione?
«Intanto nel soggetto allergico il primo punto è evitare l’esposizione all’allergene, secondo aspetto non trascurabile è l’aderenza alla terapia. Fondamentale è conoscere e avere la gestione della propria malattia concordata con il medico per assumere i farmaci prescritti. Il terzo punto importante sono le vaccinazioni, infatti le infezioni virali sono un punto importante di riacutizzazione grave nel paziente asmatico. L’asma in passato era considerata una potenziale controindicazione alla vaccinazione, cosa che è stata invece smentita dai dati della letteratura, anzi il vaccino antinfluenzale è una delle misure più importanti nel paziente asmatico che andrebbe vaccinato per l’influenza perché il virus influenzale è causa di riacutizzazioni gravi che inducono ad ospedalizzazione del paziente asmatico con una prognosi assolutamente negativa. Quindi in sintesi è fondamentale l’aderenza alla terapia, la gestione della malattia e le vaccinazioni, da evitare è l’esposizione allergenica».
A livello di farmaci, addio alle tradizionali terapie con broncodilatatori a breve durata d’azione (Saba) che consentono un sollievo temporaneo, per lasciare spazio alle nuove linee guida secondo cui è necessario un’azione antinfiammatoria a più lunga durata. «Sono appena uscite le nuove linee guida Gina che hanno cambiato l’atteggiamento gestionale della terapia dell’asma, in particolare non raccomandando più il trattamento con i soli SABA (broncodilatatori beta 2-agonisti a breve durata), ma piuttosto una combinazione di corticosteroide inalatorio (ICS) + beta2-agonista a lunga durata d’azione (LABA) formoterolo. Quando insorge l’attacco d’asma lo stimolo infiammatorio non è controllato per cui, oltre al broncodilatatore, è necessario somministrare l’antinfiammatorio. Una terapia farmacologica così formulata consente di ridurre gli attacchi gravi ed è raccomandata sia negli adulti che negli adolescenti. Per quel 5 per cento di asmatici gravi ci sono poi a disposizione nuovi farmaci, cosiddetti biologici, che agiscono a diversi livelli della cascata infiammatoria tipica dell’asma bronchiale e che consentono un ottimo controllo di quello che è il numero di riacutizzazioni, un miglioramento della funzione respiratoria e soprattutto un grosso risparmio nell’uso dello steroide orale gravato da un ottima efficienza, ma certamente gravato da affetti collaterali che possono essere presenti nel paziente asmatico».