di Manuel Monti, Vicepresidente Simedet
Unire la medicina d’urgenza e quella interna per garantire una rotazione tra i medici. È una delle proposte lanciate da Manuel Monti, Vicepresidente della Simedet, Società italiana di Medicina diagnostica e terapeutica, per risolvere il tema della carenza medici. Monti boccia invece l’idea di reclutare gli specializzandi prima della fine del percorso di specializzazione. Ecco l’intervista rilasciata a Sanità Informazione a margine del convegno “Articolo 32: La Repubblica tutela la Salute”.
«Sicuramente la carenza dei medici, soprattutto dei medici urgentisti, è sentita, sta diventando sempre più un problema. L’idea di utilizzare gli specializzandi per la Simedet non è la soluzione idonea perché loro sono nel periodo di formazione, devono fare degli affiancamenti con dei maestri e dei tutor e non possono sostituire in nessuna maniera gli strutturati. Ci sono varie soluzioni, come quella di unire la parte urgentista al reparto di medicina interna in modo che ci sia un cambio, una rotazione tra i medici della medicina interna e della medicina d’urgenza. In questo modo il paziente verrebbe seguito anche dagli stessi colleghi. Dall’altro canto abbiamo molti medici del 118 che da anni tengono in piedi i Pronto soccorso periferici: mentre lavorano possono entrare nelle scuole di specializzazione gratuitamente. Questa è una soluzione a costo zero che permetterebbe loro di partecipare ai concorsi e vincere».
«L’idea di reclutare i medici in pensione è una soluzione ponte ma serve una pianificazione come l’aumento delle borse di specializzazione con più risorse economiche o altre soluzioni. I medici anziani potrebbero avere il doppio ruolo di lavorare come tutor a fianco dei medici giovani».