In occasione della Settimana Mondiale della Tiroide sono stati diffusi i dati raccolti dall’Osservatorio Nazionale per il Monitoraggio della Iodoprofilassi in Italia. Paolo Vitti, presidente Società Italiana di Endocrinologia (SIE): «Fino a qualche anno fa tutta l’Italia era iodo-carente»
“Poco sale ma iodato” è il mantra degli specialisti che in vista della Settimana Mondiale della Tiroide, dal 20 al 26 maggio, si sono riuniti presso il Ministero della Salute per lanciare la nuova campagna di sensibilizzazione “AMO LA MIA TIROIDE….e faccio la cosa giusta”. Per l’occasione sono stati inoltre diffusi i dati dell’indagine dell’Osservatorio Nazionale per il Monitoraggio della Iodoprofilassi in Italia (OSNAMI) attivo presso l’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con gli Osservatori Regionali per la Prevenzione del Gozzo.
Sono oltre 6 milioni gli italiani con un problema a questa ghiandola. Si tratta del 10% della popolazione italiana e in primis le donne. «Durante questa settimana faremo una grande pubblicità sulle patologie tiroidee, soprattutto per quello che riguarda la prevenzione delle principali patologie come il gozzo, i noduli e l’ipertiroidismo», spiega Paolo Vitti, presidente Società Italiana di Endocrinologia (SIE). «Si parlerà di diagnostica precoce, di patologie importanti come il tumore della tiroide. Si parlerà di come seguire le patologie croniche tiroidee. Poi rivolgeremo uno sguardo particolare alla prevenzione, soprattutto in gruppi particolari di popolazione come i neonati che sono sottoposti allo screening congenito e la prevenzione della disfunzione tiroidea nelle donne in gravidanza, perché in gravidanza attualmente le quantità di iodio a disposizione nell’alimentazione non sono sufficienti, c’è bisogno di introdurre degli integratori che favoriscano un adeguato contenuto di iodio e permettano un normale funzionamento tiroideo, con nascita di bambini che abbiano un adeguato sviluppo somatico e celebrale».
In Italia 7 Regioni hanno intanto raggiunto la iodosufficienza, come rilevato dall’indagine OSMANI condotta su 9 Regioni rispetto agli anni 2015-2019, con una significativa riduzione della frequenza di gozzo in età scolare. I numeri infatti evidenziano che in Liguria, Toscana, Emilia Romagna, Lazio, Sicilia e Marche il gozzo in età prescolare risulta sconfitto mentre è appena al di sopra del 5,0% nella Regione Umbria (percentuale indicata dall’OMS al di sotto della quale si può parlare di iodosufficienza).
LEGGI:LISTE D’ATTESA, REPORT FP CGIL: IN MEDIA 60 GIORNI PER UNA VISITA NEL PUBBLICO
I dati dell’OSNAMI riportano poi un aumento dell’uso di sale iodato nelle mense scolastiche in un quadro generale di complessiva riduzione nel consumo del sale. «Si tratta di un ottimo risultato, – commenta il presidente SIE – perché fino a qualche anno fa tutta l’Italia era iodo-carente, ma grazie a tutto il processo di sensibilizzazione lanciato dal Ministero della Salute, l’informazione diffusa dai giornali e nelle scuole sulla iodo-profilassi, abbiamo raggiunto uno stato di nutrizione iodica sufficiente che andrà estesa a tutto quanto il Paese».
«In questa settimana sarà possibile contattare i vari centri di tiroidologia in tutta Italia per la prevenzione, – conclude Vitti – per fare ecografie, per chiedere consigli per quello che riguarda lo stile di vita, l’alimentazione da fare e aiutarli anche per eventuali diagnosi precoci».