Dal XXVI Congresso Nazionale dell’Auro (Associazione Urologi Italiani) in corso a Bologna arriva il monito di Giario Conti, urologo e coordinatore del comitato scientifico dell’Auro, sull’aggiornamento professionale per i medici: «No a ulteriori proroghe per la formazione. Solo quando ci sarà equità a livello nazionale a livello formativo, si potranno valutare sanzioni»
Prosegue il dibattito sul tema dell’aggiornamento professionale obbligatorio di camici bianchi e operatori sanitari, dopo la sanzione commissionata ad un medico di Aosta – reo di non essere in regola con il percorso formativo – e il servizio di Striscia la Notizia.
Sull’argomento è intervenuto il Presidente FNOMCeO Filippo Anelli, che ha parlato di «un 20% di camici bianchi non in regola». Anche le associazioni dei pazienti, chiedono a più voci di rispettare l’obbligo di legge e comprovarne relativa certificazione a tutela dei cittadini.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Giario Conti, urologo e coordinatore del comitato scientifico di Auro, l’associazione degli urologi italiani, nell’intervista rilasciata all’agenzia Dire a margine del Congresso Nazionale dell’Auro in corso a Bologna: «Non esiste che un medico non sia costantemente aggiornato. Inoltre, la multidisciplinarietà sta diventando sempre più un’esigenza fondamentale ed è per questo che la formazione è ancora più importante. Un urologo non può sapere tutto di oncologia, radioterapia e medicina nucleare, quindi ha bisogno di avere eventi e spazi ampi in cui formarsi per accogliere gli input anche dalle altre specialità».
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Sicuramente, tra turni massacranti e carenze di personale, c’è poco tempo per fare formazione. Su questo, Conti pensa che «il compito delle società scientifiche è concentrare in spazi definiti, come i congressi, momenti non solo di informazione ma anche di formazione, con l’attribuzione di crediti. Così è probabile che più gente possa partecipare a questi eventi». In più, chiude a proroghe e sanzioni nell’immediato: «La procedura Ecm dura ormai da 20 anni – sottolinea l’urologo – credo che proroghe ulteriori non abbiano grande senso. A livello nazionale c’è grande disparità, bisogna stringere i tempi per mettere tutte le Regioni allo stesso livello. Quando ci sarà un’equità a livello nazionale – conclude il coordinatore Auro – allora si potranno valutare le sanzioni».