Raggiunta la iodo-sufficienza in Italia, ma per Antonella Olivieri, responsabile scientifico dell’Osservatorio nazionale per il Monitoraggio della Iodoprofilassi in Italia «l’obiettivo oggi è verificare che anche le nostre donne in gravidanza abbiano un adeguato apporto nutrizionale di iodio»
Al via la Settimana Mondiale della Tiroide. In diverse città d’Italia, dal 20 al 26 maggio, sarà possibile partecipare ad incontri informativi, convegni, effettuare screening ed ecografie gratuitamente. “Amo la mia tiroide…e faccio la cosa giusta”, è lo slogan scelto per l’edizione 2019, il cui obiettivo, spiega Antonella Olivieri, responsabile scientifico Osservatorio nazionale per il Monitoraggio della Iodoprofilassi in Italia (OSNAMI), è quello di «garantire un’adeguata nutrizione iodica alla popolazione». L’iniziativa è patrocinata dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità.
«La prevenzione è importantissima, – spiega ai nostri microfoni Antonella Olivieri, responsabile scientifico Osservatorio nazionale per il Monitoraggio della Iodoprofilassi in Italia (OSNAMI) dell’Istituto Superiore di Sanità – ma soprattutto è facile, efficace e anche economico attuare un programma di prevenzione per le patologie tiroidee. Come si fa? È sufficiente garantire un’adeguata nutrizione iodica alla popolazione e questo perché lo iodo è il costituente fondamentale degli ormoni della tiroide che sono importantissimi per lo sviluppo del sistema nervoso centrale e per l’accrescimento durante la vita fetale e l’infanzia, nella vita adulta per il controllo dell’equilibrio metabolico.
L’Italia ha perseguito questo obiettivo di prevenzione grazie all’approvazione nel 2005 della legge n.55 che di fatto ha introdotto un programma di iodo-profilassi su base volontaria che prevede la vendita obbligatoria di sale iodato in tutti i punti vendita e l’utilizzo del sale iodato nella ristorazione collettiva, quindi anche nelle mense scolastiche e l’utilizzo del sale iodato anche nell’industria alimentare.
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All’Istituto Superiore di Sanità è affidato il compito di valutare periodicamente l’efficienza e l’efficacia della iodo-profilassi, quindi quanto iodio arriva alla popolazione e come si riducono le patologie connesse alla carenza nutrizionale di iodo. Gli ultimi dati dell’Osservatorio nazionale dell’ISS ci dicono che l’Italia ha raggiunto la iodo-sufficienza. I dati riguardano 7 regioni rappresentative del nord, centro e sud Italia, ma forse il dato più importante è il raggiungimento della sconfitta del Gozzo in età scolare in 6 di queste 7 regioni. Solo l’Umbria è ancora al limite del raggiungimento di questo obiettivo importante (ndr. La soglia del 5% di presenza della malattia nella popolazione presa in esame).
Quindi che dobbiamo fare per il futuro? Verificare che anche le nostre donne in gravidanza abbiano un adeguato apporto nutrizionale di iodo, – continua Olivieri – perché ricordiamo che in gravidanza il fabbisogno di iodio è aumentato rispetto alla condizione di non gravidanza. Questo per garantire un’adeguata attività della tiroide sia per la mamma che per il bambino. Il secondo obiettivo è quello di garantire sostenibilità al programma di prevenzione e questo si fa diffondendo quanto più possibile la cultura della prevenzione ed è in quest’ottica che è stato siglato il protocollo d’intesa con il Miur, tra ISS e società scientifiche e associazioni dei pazienti. Un programma che porta la iodo-profilassi nelle scuole italiane, primarie e secondarie di primo e secondo grado».