Il noto meteorologo, ospite di Milano Taking care, lancia la sua ricetta per fermare il surriscaldamento climatico: «Più energia rinnovabile, meno sprechi, case ben isolate per usare poca energia, cibo locale e stagionale, poca carne e meno viaggi aerei»
Il Pianeta è malato. A lanciare il grido d’allarme è Luca Mercalli, noto meteorologo che durante Milano taking care, l’evento che si è svolto lo scorso weekend, ha posto l’accento sulla salute del pianeta da cui dipende anche la salute dell’uomo. «Il nostro pianeta è come se avesse la febbre, quindi è passato da 37 a 38 gradi, questa febbre è destinata ad aumentare in relazione alla nostra dieta, soprattutto energetica che emette troppa CO2 fossile – ha spiegato lo studioso torinese – ed è la ragione dell’aumento della temperatura del cosiddetto riscaldamento globale».
Cosa fare?
«Davanti a noi abbiamo la scelta di diminuire la febbre o di farla aumentare. L’aumento sarebbe drammatico soprattutto per le generazioni future. Si rischia di arrivare anche a 5 gradi in più a fine secolo che sarebbe come proporre un pianeta ostile ai nostri figli e ai nostri nipoti. Questo ha poi a che fare anche con la produzione alimentare, con gli eventi estremi che si riflettono anche sulla nostra salute, come il colpo di calore che ci uccide semplicemente quando la temperatura diventa superiore ai 40 gradi con caldo umido, oppure dall’altro lato con le nuove malattie portate dagli insetti tropicali. Dobbiamo pensare che possiamo ridurre questo aumento di temperatura, mantenendolo sotto i due gradi a fine secolo, passando ad una economia sostenibile».
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Quali sono le regole da seguire per arrivare a questo risultato?
«Più energia rinnovabile, meno sprechi, case ben isolate per usare poca energia, cibo locale e stagionale, poca carne perché l’allevamento bovino in particolare produce ingenti emissioni di gas effetto serra, meno viaggi aerei, più mezzi pubblici, più auto elettriche, e meno rifiuti, potrebbero essere queste semplici regole di stile di vita per non far salire la febbre del pianeta che poi si riflette sul nostro benessere».
I nuovi strumenti tecnologici dai telefoni ai pc fino agli iPad quanto incidono in questo malessere globale del pianeta e come fare per ridurre il consumo?
«Sono gli oggetti che più di altri possono in realtà contribuire anche alla cura. È vero che, se li usiamo male per trasmettere fesserie, hanno la loro colpa e si trasformano in rifiuto, ma se li usiamo bene penso che possano essere lo strumento per combattere lo spreco. Attraverso i nostri telefonini possiamo risparmiare energia, conoscere in anticipo le previsioni del tempo, come la nostra impronta ecologica con i calcolatori che ci permette di sapere l’impatto che abbiamo sul pianeta, e possiamo soprattutto accedere all’informazione scientifica, quella buona, che ci spiega cosa sta succedendo alla terra e ci aiuta a capire come rimediare».