Prevale il piacere sull’amore. Vent’anni fa le donne che separavano il sesso dall’amore erano il 37,5%, oggi sono aumentate al 77,4%. «Naturalmente questa è una sessualità che assomiglia molto alla genitalità», spiega lo psicologo Paolo Crepet
Italiani più disinibiti: fanno più sesso, con più partner e cadono numerosi tabù. Lo rivela il “Rapporto Censis-Bayer sui nuovi comportamenti sessuali degli italiani” presentato in Senato a Roma da Francesco Maietta, Responsabile dell’Area Politiche sociali del Censis, e discusso da Paolo Crepet, psichiatra e sociologo, Manuela Farris, ginecologa, Roberta Rossi, Presidente della Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica, Ester Viola, avvocato matrimonialista e scrittrice, e Massimiliano Valerii, Direttore Generale del Censis.
Oggi la gamma delle pratiche sessuali degli italiani di 18-40 anni è molto più articolata rispetto all’ultima indagine risalente a circa due decenni fa. L’80,7% degli italiani fa sesso orale, il 67% pratica la masturbazione reciproca, il 46,9% usa un linguaggio osceno durante i rapporti, il 33,1% pratica il sesso anale, il 24,4% usa oggetti, cibi o bevande per giochi erotici, il 16,5% scatta foto o registra video durante i rapporti, il 16,5% fantastica apertamente con il partner su altri possibili partner, il 13,1% ha rapporti sessuali a tre o più persone, il 12,5% pratica il bondage o il sadomasochismo.
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Aumenta il numero medio di partner sessuali avuti fino a quarant’anni: 4 per le donne, 7 per gli uomini. Vent’anni fa il 50% delle donne entro i quarant’anni aveva avuto un solo partner, oggi questo dato è sceso al 39,6% (tra gli uomini il dato è sceso dal 24,7% al 22%). Aveva avuto sei o più partner il 12,7% delle donne, oggi questo dato è salito al 15,8% (per gli uomini il dato è salito dal 32,4% al 40,5%). Si fa più ricorso al dating e si finisce più rapidamente a letto. Vent’anni fa faceva sesso almeno due o tre volte alla settimana il 35% dei 18-40enni, oggi il 41,6% (e l’8,4% lo fa tutti i giorni). In media i 18-40enni italiani hanno 1,8 rapporti sessuali alla settimana, 8 al mese. E se il 48,6% ritiene di fare sesso nella giusta misura, il 48% ne vorrebbe fare di più e solo il 3,4% di meno.
Riguardo l’età di inizio dell’attività sessuale «c’è un’anticipazione di massa, soprattutto per le ragazze tra i 10 e i 14 anni», spiega lo psicologo e sociologo Paolo Crepet. «Quindi anche con informazioni riguardo la sessualità molto precarie. – Continua lo psicologo – La tecnologia digitale aiuta in modo enorme, puoi fare un film in camera tua tutti i momenti del giorno e della notte, lo puoi diffondere senza aver bisogno di vedere chissà quali porno. Naturalmente questa è una sessualità che assomiglia molto alla genitalità, non al sentimento».
Tuttavia, si registra un boom del porno, anche nelle camere da letto di moglie e marito. La pornografia è ormai uscita dalla sfera del proibito, dello scandaloso, del perverso. È diventata protagonista del mainstream sessuale, anche nelle coppie stabili, grazie all’accesso online, facile, gratuito, di massa. Il 61,2% degli italiani di 18-40 anni guarda video porno da solo, il 25,2% lo fa in coppia. E il 37,5% pratica il sexting, cioè l’invio tramite smartphone di immagini e testi sessualmente espliciti. Il web è diventato il principale influencer, con un forte impatto sull’immaginario sessuale collettivo, sui comportamenti e sui canoni estetici, sdoganando pratiche inconfessabili vent’anni fa.
Prevale il piacere sull’amore. Vent’anni fa le donne che separavano il sesso dall’amore erano il 37,5%, oggi sono aumentate al 77,4%. Tra gli uomini il dato è salito dal 61,9% di allora all’81,8% di oggi. La prima cosa che si associa al sesso è la ricerca soggettiva del piacere (19,8%), poi l’amore (16,5%), la passione (16,2%) e la complicità (13,9%). E la vita sessuale soddisfa di più (il 79,6% dei 18-40enni) della propria vita in generale (73,6%). Questo vale più per gli uomini (l’80,4% è molto o abbastanza soddisfatto della propria vita sessuale) che per le donne (il 78,6%).
Il 63,3% degli italiani ha avuto rapporti sessuali completi non protetti. Tra le ragioni la mancanza di un contraccettivo a disposizione (22,5%), il brivido di correre un rischio (18,1%), sottovalutazione di una gravidanza indesiderata (17,9%) o scelta del partner (15,1%). Uomini e donne in egual misura percepiscono la contraccezione come una limitazione. Il profilattico è il sistema più conosciuto (dal 92,8%), seguito dalla pillola (dall’86,5%, e il dato sale al 90,7% tra le donne).
Sono stati infranti antichi pudori, tabù e reticenze: la trasgressione è istituzionalizzata. Anche nelle camere da letto di moglie e marito, per rendere la relazione sessuale più intrigante, non scontata: la novità e la sperimentazione sono l’antidoto al rischio di noia, sempre in agguato.