“Responsabilità professionale e arbitrato della salute. L’innovazione in sanità parte da Milano” è il convegno promosso da Omceo Milano e Consulcesi in cui verrà presentato il disegno di legge per mettere la tecnologia al servizio dei diritti dei medici
Dal Far-West dei contenziosi tra medici e pazienti all’innovazione tecnologica che ha come protagonista la blockchain, a Milano il prossimo 5 giugno durante l’evento “Responsabilità professionale e arbitrato della salute” sarà presentato un apposito disegno di legge che coniugherà tecnologia e diritti. A partecipare al convegno promosso da Consulcesi insieme a Omceo Milano il presidente dell’Ordine, Roberto Carlo Rossi, che abbiamo intervistato per l’occasione.
A Milano ci sarà un evento molto importante di arbitrato, contezioso medico-paziente e anche Blockchain, quindi l’innovazione tecnologica in campo medico. Quanto è importante per la professione medica questo?
«Sono molte problematiche in un unico evento di buon livello. Innanzitutto, c’è un’evoluzione relativa a quella che è stata la legge Gelli e quindi il cambiamento di paradigma nei confronti dei medici e dei loro errori. Poi c’è il tentativo di un approccio nuovo, più moderno, proteso alla soddisfazione del paziente e a certificarlo, però sempre direzionato verso i valori umani della medicina. Penso sia un momento di riflessione interessante».
La professione medica è pronta a questo cambiamento?
«I medici sono in realtà dei professionisti che per forza di cose devono essere immersi nel loro tempo. In effetti non penso neppure che non ci sia una propagazione in questo senso. Il problema sta più nel contesto che nel medico. Certo, una preparazione diversa a livello degli studi universitari gioverebbe, perché oggi il medico ha un po’ dimenticato alcuni tipi di valori classici che una volta si insegnavano in maniera consuetudinaria. Oggi invece c’è più attenzione al lato tecnologico, però in realtà il medico nella sua professione è abituato a rapportarsi con gli esseri umani, con le persone. Tutto il contesto invece che sta andando in un senso diverso, quindi è anche compito nostro far capire quello che è necessario per valutare un buon medico e una buona professionalità. Siamo noi che dobbiamo innanzitutto farci pubblicità».