Il Ministero della Difesa ha individuato un elenco di 105 camici bianchi che operano nella sanità militare e che possono essere selezionati per essere impiegati nella sanità civile. A rischio chiusura i reparti di ortopedia e traumatologia dei nosocomi di Isernia e Termoli (Campobasso)
Non bastava il richiamo dei medici in pensione e l’apertura ai camici bianchi esteri per far fronte alla carenza di specialisti. È ancora una volta dal Molise che arriva l’ultima novità: per coprire i buchi di organico negli ospedali saranno chiamati i medici militari.
Il commissario ad acta per la Sanità del Molise, Angelo Giustini, si è rivolto al ministero della Difesa affinché metta a disposizione ‘camici bianchi con le stellette’, per non rischiare la chiusura di alcuni reparti dei nosocomi regionali. La Difesa avrebbe individuato un centinaio di medici per far fronte all’emergenza per alcuni mesi. Dopo gli incontri avuti nei giorni scorsi, oggi il commissario è di nuovo a Roma per ulteriori incontri istituzionali, a partire da quello al ministero della Salute.
Secondo Giustini sarebbe l’ultima spiaggia prima di procedere alla chiusura, già dal prossimo mercoledì, dei reparti di ortopedia e traumatologia dei nosocomi di Isernia e Termoli (Campobasso).
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I medici militari dovrebbero essere impiegati per almeno 5 mesi, «termine necessario – osserva il Commissario – affinché il ‘Decreto Calabria’ possa essere definitivamente approvato, così nel contempo si espleteranno i concorsi. Tutto ciò consentirà di superare questo agonico stallo nella governance del Servizio sanitario regionale e del diritto all’equità e universalità di accesso dei cittadini».
Come riporta l’Ansa, negli ultimi giorni, durante la riunione di Gabinetto al Ministero della Difesa, Giustini e il Colonnello Antonello Arabia hanno indicato le soluzioni urgenti di aiuto per il Molise. Il dicastero ha individuato un elenco di 105 camici bianchi che operano nella sanità militare e che possono essere selezionati per essere impiegati nella sanità civile.
«L’evidente contrazione di risorse – spiega in una nota Giustini – mette sempre più a rischio il mantenimento dei Livelli essenziali di assistenza (Lea), dunque, si profilano per i cittadini molisani ancora viaggi della speranza. È altresì, noto – prosegue – l’annoso problema del blocco del turn over che di fatto ha bloccato nuove assunzioni di personale sanitario. Una responsabilità politica tutta regionale, che dopo 12 anni (dall’avvio del Piano di rientro, ndr), la relazione dei conti del 2018 ha messo in mostra: debiti per 22 milioni di euro. L’inappropriata programmazione sanitaria del passato ha creato, come conseguenza, concorsi deserti e carenza oggettiva di specialisti nel Sistema sanitario regionale».