Una spesa di 190 milioni di euro nel 2018 per il SSN derivante dalle cause di contenziosi in sanità. Le strutture sanitarie meridionali le più colpite con il 63% delle spese legali complessive. È quanto emerge dall’indagine di Demoskopika sulle performance delle regioni italiane in sanità
Il Trentino-Alto Adige ha il sistema sanitario più in salute, la Calabria quello meno efficiente. Anche Campania e Sicilia si trovano in coda alla graduatoria dei sistemi sanitari regionali.
Sono i dati dell’IPS, l’Indice di Performance Sanitaria realizzato, dall’Istituto Demoskopika sulla base di otto indicatori: soddisfazione dei servizi sanitari, mobilità attiva, mobilità passiva, risultato d’esercizio, disagio economico delle famiglie, spese legali per liti da contenzioso e da sentenze sfavorevoli, democrazia sanitaria e speranza di vita.
Sono nove le realtà territoriali definite “sane”, sei le aree “influenzate” e cinque le regioni “malate”. Trentino Alto Adige, Emilia Romagna e Veneto sono sul podio, chiudono la classifica Calabria, Campania e Sicilia. Rispetto allo scorso anno, migliorano Molise e Basilicata.
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«La nostra indagine annuale – ha commentato il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio – conferma la persistente disparità tra l’offerta sanitaria presente al Nord rispetto a quella erogata nel Mezzogiorno. Un fenomeno – ha dichiarato Raffaele Rio – che oltre rendere la vita impossibile a chi è costretto a curarsi fuori dal proprio sistema sanitario regionale, lo condanna a una preoccupante “schiavitù sanitaria” dai connotati irreversibili e devastanti. È del tutto evidente – ha concluso Raffaele Rio – che per il Mezzogiorno, la riorganizzazione del sistema sanitario rappresenti, in assoluto, l’emergenza principale per affrontare la quale non sono più sufficienti provvedimenti spot ma una vera e propria terapia shock».
Inoltre, «nel solo 2018, le spese legali per liti, da contenzioso e da sentenze sfavorevoli, sostenute dal comparto sanitario italiano ammontano a oltre 190 milioni di euro – rileva l’indagine – circa 522 mila euro al giorno, con un incremento dell’8,9% rispetto all’anno precedente. Sono le strutture sanitarie meridionali ad essere più litigiose concentrando ben il 63% delle spese legali complessive, pari a 120 milioni di euro, seguite da quelle del Centro con 42,6 milioni di euro (22,4%) e del Nord con una spesa generata per 28,2 milioni di euro (14,8%)».
Il Rapporto in sintesi:
Il Trentino Alto Adige in vetta con un punteggio pari a 107,5 spodesta l’Emilia Romagna (107,3 punti) immediatamente seguita dal Veneto (105,3 punti). Seguono, tra i migliori sistemi sanitari locali, l’Umbria (105,2 punti) le Marche (104,9 punti), la Toscana (104,2 punti), la Lombardia (104,1 punti), il Friuli Venezia Giulia (103,7 punti) e il Piemonte (102,5 punti).
Tra le regioni sanitarie “influenzate”: Valle d’Aosta (101,8 punti), Molise (101,7 punti), Lazio (101,5 punti), Liguria (101,3 punti), Basilicata (98,7 punti), e Puglia (98,0 punti). Tutte al Sud le regioni che contraddistinguono l’area dell’inefficienza sanitaria: Abruzzo ( 96,4 punti), Sardegna (95,8 punti), Sicilia (93,8 punti), Campania (91,6 punti) e, in coda, il sistema sanitario della Calabria con 89,1 punti.
I più efficienti sono: Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia. In coda sette realtà regionali: Lazio (94,0 punti), Sardegna (93,0 punti), Basilicata (87,3 punti), Puglia (86,4 punti), Sicilia (86,2 punti), Campania (84,8 punti) e, infine, Calabria (83,3 punti).
Molise in testa, Sardegna in coda. Sono principalmente cinque le regioni che attraggono il maggior numero di pazienti non residenti: Lombardia (165 mila ricoveri extraregionali), Emilia Romagna (108 mila ricoveri extraregionali), Lazio (79 mila ricoveri extraregionali), Toscana (66 mila ricoveri extraregionali) e Veneto (60 mila ricoveri extraregionali).
Più di 319 mila “viaggi della speranza” dal Sud. Lo studio di Demoskopika ha generato una classifica parziale che vede collocate, nelle “posizioni estreme”, il Molise in cima per “diffidenza” con un indice di mobilità passiva pari al 28,1%; sul versante opposto, i più “fedeli” al loro sistema sanitario si confermano i lombardi.
Spese legali per oltre 190 milioni di euro nell’ultimo anno. Nel solo 2018, le spese legali per liti, da contenzioso e da sentenze sfavorevoli, sostenute dal comparto sanitario italiano ammontano a oltre 190 milioni di euro, circa 522 mila euro al giorno, con un incremento dell’8,9% rispetto all’anno precedente. Sono le strutture sanitarie meridionali ad essere più litigiose concentrando ben il 63% delle spese legali complessive, pari a 120 milioni di euro, seguite da quelle del Centro con 42,6 milioni di euro (22,4%) e del Nord con una spesa generata per 28,2 milioni di euro (14,8%).
Trentino Alto Adige e Veneto le regioni più longeve. A a guadagnare il podio della classifica parziale della speranza di vita, si conferma il Trentino Alto Adige che con una speranza di vita media più elevata rispetto al resto d’Italia pari a 83,8 anni ottiene il punteggio massimo (117,0 punti). Seguono Veneto (110,9punti), Lombardia, Toscana, Marche e Umbria a pari merito con 109,3 punti. Quattro le realtà regionali, infine, ad essere caratterizzate da una vita media più bassa: la Campania (75,6 punti) con una speranza di vita pari a 81,1 anni produce la perfomance peggiore, seguono Sicilia (83,3 punti), Valle d’Aosta (89,4 punti) e Calabria (91,0 punti).
Preoccupa il Mezzogiorno. Nel 2017 quasi 1,6 milioni di famiglie italiane hanno dichiarato di non avere i soldi per poter affrontare le spese necessarie per curarsi. A finire nell’area del disagio economico, a causa della mancata disponibilità economica per fronteggiare la cura di malattie, tutte le realtà del Mezzogiorno. Sono, infatti, soprattutto le famiglie in Calabria con una quota del 14,9%, quantificabile in circa 120 mila nuclei familiari, a denunciare il fenomeno. Seguono la Sicilia con una quota del 14,2% pari a ben 283 mila famiglie, la Campania (10,3%), la Basilicata (9,2%) e la Puglia (9,1%). Capovolgendo la classifica, sono Emilia Romagna, Liguria e Trentino Alto Adige a meritare il ranking migliore in questa graduatoria parziale dell’Indice di Performance Sanitaria (IPS 2019) di Demoskopika, con una quota percentuale, per queste realtà, di appena il 2% di nuclei familiari in condizioni di disagio economico che ha coinvolto rispettivamente 39 mila, 16 mila e 9 mila nuclei familiari.