«C’è un costante aumento delle denunce penali contro i medici ma oltre il 60% vanno subito in archiviazione. Se poi seguiamo i processi, un altro 25% sono assoluzioni. Non si arriva al 10% di condanne penali ai sanitari» così il professor Vittorio Fineschi a margine del convegno organizzato all’Università Sapienza di Roma
Promuovere e diffondere la cultura scientifica della sicurezza delle cure, della gestione del rischio clinico e, in secondo luogo, del contenzioso medico-legale in un equo bilanciamento dei diritti del sanitario e del paziente. Gli obiettivi del convegno “La sicurezza delle cure e la tutela dei diritti”, un appuntamento che ormai si rinnova ogni anno all’Università Sapienza di Roma, «sono stati più che centrati» secondo Paola Frati, Professore Ordinario di Medicina Legale alla Sapienza di Roma e Responsabile scientifico dell’evento insieme al Professor Fineschi.
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«Un buon professionista non può prescindere da una formazione continua. Per questo – ha spiegato la professoressa Frati a Sanità Informazione – ci sforziamo di realizzare ogni anno un convegno impegnativo con tanti illustri relatori, mantenendo sempre un dialogo forte con la magistratura e con le altre specialità mediche in un rapporto multidisciplinare».
La sicurezza delle cure è una componente strutturale dei LEA ed è considerata parte integrante del diritto alla salute «sancito dalla nostra Costituzione come un diritto fondamentale», ha ricordato il Magnifico Rettore della Sapienza, Eugenio Gaudio. Per questo, nel corso della due giorni, si sono affrontati tanti argomenti: responsabilità professionale, prevenzione del rischio clinico e implementazione delle buone pratiche e gestione del contenzioso.
«L’obiettivo è mantenere vivo e attuare giorno dopo giorno il portato innovativo della Legge 24/2017 che ha risvegliato settori importantissimi all’interno dell’organizzazione sanitaria con il coinvolgimento dei professionisti che quotidianamente possono implementare le buone pratiche e attuare percorsi virtuosi di rischio clinico» ha specificato la professoressa -. Non manca mai il riferimento alla responsabilità professionale perché è la stessa legge Gelli che vuole questi due momenti in forte sinergia: la Legge invita a raccogliere i dati dei contenziosi e degli eventi avversi per capirne le motivazioni e le cause per applicare i correttivi».
Si è parlato anche di aggressioni al personale sanitario; nei giorni scorsi il Partito Democratico ha presentato una proposta di Legge alla Camera che introduce la fattispecie specifica per il personale sanitario. Se venisse accettata, si potrà procedere d’ufficio senza necessità di denuncia da parte del medico.
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In attesa di una svolta politica, Paola Frati ha determinato le soluzioni da mettere in campo per abbassare la tensione ed evitare che questa possa sfociare in un assalto fisico. «È un aspetto delicato, proprio pochi giorni fa c’è stata un’aggressione ai danni di un portantino dell’Umberto I. Bisogna tutelare, spesso chi aggredisce ha problemi psichiatrici è vero, ma in generale dobbiamo recuperare la relazione di cura, il rapporto di fiducia tra cittadini e sanitari. Dai sondaggi però, emerge che il popolo italiano si fida del SSN e dei professionisti in fondo lo considera un’organizzazione sanitaria di qualità. Anche su questo è importante confrontarsi, sviluppare percorsi attivi, adottare protocolli specifici a tutela delle possibili aggressioni al personale sociosanitario».
Bilancio positivo anche per l’altro organizzatore del convegno, il professor Vittorio Fineschi: «In questa due-giorni del 2019 si è discusso di formazione, con il pugno duro da parte degli Ordini: il presidente Magi ha sottolineato l’importanza degli ECM e ha ribadito che non ci saranno sconti per nessuno». Inoltre, è stata l’occasione di confronto con moltissimi magistrati: «Abbiamo voluto sottolineare l’importanza di ascoltare i giudici, fare tesoro di ciò che dicono, con focus sulla valutazione del danno e sulle principali specialità colpite dalle denunce».
Buone pratiche, formazione, competenza e aggiornamento: strumenti imprescindibili non solo per provare a ridurre le controversie legali tra professionisti sanitari e cittadini ma anche per difendersi in caso di contenziosi sanitari. «C’è un costante aumento delle denunce penali contro i medici ma oltre il 60% vanno subito in archiviazione – ha specificato il professor Fineschi -. Se poi seguiamo i processi, un altro 25% sono assoluzioni. Non si arriva al 10% di condanne penali ai sanitari. Diversa la situazione sul versante civilistico: c’è costanza di numeri da cinque anni a questa parte, i dati sono stabili. Il problema è che il contenzioso è molto più favorevole per il paziente e le aziende sono molto impegnate dal punto di vista economico per capire come fronteggiare i pagamenti. Se non c’è un metodo di lavoro, infatti, in civile si rischia veramente di avere numeri e pagamenti importanti». Sulla proposta di istituire una camera di conciliazione tra medico e paziente per risolvere le controversie e smaltire le cause che affollano i tribunali, si mostra più cauto: la Legge Gelli ha fatto uno sforzo cercando di agevolare tutto lo stragiudiziale, il precontenzioso – ha concluso il professore – Si possono valutare altre soluzioni anche se temo che la lentezza del nostro sistema non riesca, al momento, ad introdurre tante novità. Non ci dimentichiamo che stiamo aspettando i decreti attuativi da due anni».