Il presidente di CMCC Davide Lauri: «In futuro cooperative sempre più utili non solo per l’impianto gestionale ma anche per garantire strumenti tecnologici evoluti e personale specializzato per aiutare il medico»
Venticinque istituti, cinquanta addetti alla segreteria, otto infermieri professionali e 280 medici di base: sono questi i numeri della Cooperativa dei Medici di Milano centro, CMCC. La più grande realtà della Lombardia, nata negli anni ‘90 per snellire il carico burocratico del lavoro quotidiano, oggi ha raccolto la sfida sulla presa in carico del malato cronico lanciata dalla Regione, come spiega il Presidente Davide Lauri.
«Nel 2018 Regione Lombardia ha proposto una nuova sfida che è ancora in essere, sulla presa in carico del cronico, dove con altre cooperative lombarde abbiamo dato la nostra adesione. Oggi abbiamo 280 medici soci che lavorano prevalentemente a Milano, ma anche nella sede di Pavia dove operano 90 medici e quindi abbiamo accolto la sfida sia a Milano che a Pavia.
Chi sono i vostri medici?
«Sono medici che pagano un po’ lo scotto dell’età media della categoria di medicina generale. Non sono più giovanotti e quindi hanno un’età intorno ai 65 anni e dunque più vicini alla fine della vita professionale. Devo dire che anche i medici di una certa età hanno accettato questa sfida e sono in campo per difendere la professione e raccogliere la sfida del cronico. Abbiamo poi molta attenzione da parte delle nuove generazioni, perché questo è un momento di ricambio generazionale per cui cominciamo ad avere i primi giovani medici che si avvicinano alla cooperativa e quindi sono abbastanza incuriositi. C’è sempre un minimo di resistenza e diffidenza, ma quando capiscono che la cooperativa è anche uno strumento democratico dove l’organo fondamentalmente che decide è l’assemblea dei soci e ogni testa è un voto e tutto viene fatto con la massima trasparenza, allora i timori cessano e tutto diventa più facile. Tutto sommato il modello funziona bene e lo dimostra il fatto che non abbiamo mai avuto delle recessioni. Chi è entrato anche 15 anni fa è ancora nostro socio e usufruisce dei servizi. Il modello è performante, ideale per accettare le sfide future della professione».
LEGGI ANCHE: ACN MEDICINA GENERALE, SCOTTI (FIMMG): «SISTEMA NON RICONOSCE SFORZI A MEDICI CON ‘BUSTA PAGA’ FERMA DA 10 ANNI»
Quali sono le sfide future a cui si riferisce?
«Sicuramente negli anni a venire ci sarà da prendere in carico una popolazione sempre più anziana, e sempre più fragile, con tante cronicità. I medici saranno in numero minore e dovremo immaginarci uno scenario futuro dove la sanità cambierà profondamente perché le nuove tecnologie, ICT, intelligenza artificiale, che già oggi sono presenti con molte app, saranno la quotidianità e il medico dovrà imparare a gestirle per non esserne travolto. Quindi le cooperative potranno essere molto utili perché, se da un lato continueranno a sostenere l’impianto organizzativo gestionale con le figure che affiancheranno il medico come personale di studio, dall’altra potranno avere strumenti tecnologici evoluti e personale specializzato per aiutare il medico anche a filtrare, comprendere e utilizzare al meglio i nuovi futuri strumenti».
Per diventare socio della cooperativa Medici di Milano centro occorre versare una somma di cinquecento euro a titolo cauzionale, e una quota di servizio una tantum di cento euro. Viene effettuato un breve colloquio motivazionale, dopodiché la candidatura verrà passata al vaglio del Consiglio di amministrazione che si esprimerà sul nuovo ingresso.