Marco Terranova, l’odontoiatra che ha ideato il progetto insieme a Riccardo Spampinato: «Abbiamo iniziato portando in giro le nostre apparecchiature con la mia station wagon. Adesso abbiamo anche il cardiologo, il fisioterapista, lo psicologo e l’otorinolaringoiatra. Non so se in Italia ci siano altre strutture simili, ma se esistono sono contento»
Un’avventura nata nel 2003, quando gli odontoiatri Riccardo Spampinato e Marco Terranova hanno deciso di istituire un’unità operativa dedicata ai pazienti disabili. «Eravamo consapevoli di andare incontro ad un’esperienza che ti tira dentro del tutto, ma siamo andati avanti. Abbiamo iniziato portando in giro i nostri apparecchi e le nostre attrezzature nella mia station wagon – ricorda Terranova ai nostri microfoni -; poi abbiamo avuto il primo localino, poi un vero e proprio reparto. Adesso siamo al Policlinico Vittorio Emanuele di Catania, ma a breve ci trasferiremo nel presidio ospedaliero Santa Marta e Santa Venera di Acireale, in provincia di Catania, dove si intende realizzare un grande polo di attrazione per i pazienti di nostra competenza, che necessitano di una sanità speciale orientata alla risoluzione di special needs».
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Nell’Unità Operativa Complessa di Odontoiatria speciale per il paziente disabile del Policlinico di Catania, si curano i denti di «persone non collaboranti a causa di patologie psichiche, fisico-psichiche, psichiatriche, patologie croniche altamente invalidanti, patologie trasmissibili, trapiantati, cardiopatici severi, emopatici, e quant’altro».
Ma la peculiarità di questa struttura è che la presa in carico del paziente è complessiva, a 360°: «Noi qui – prosegue Terranova – non ci occupiamo solo di patologie odontoiatriche, ma eseguiamo interventi di chirurgia di primo livello, offriamo l’assistenza dello psicologo e del fisioterapista, abbiamo il cardiologo e l’otorinolaringoiatra, e se non abbiamo le professionalità necessarie, siamo comunque in grado di facilitare un percorso assistenziale complessivo e integrato, volto a risolvere le necessità del paziente con un unico accesso. E questo ci permette da un lato di risparmiare, e dall’altro di facilitare la vita delle famiglie che hanno il gravame di un parente affetto da grave disabilità».
«Io non so se in Italia ci siano altre strutture come la nostra – prosegue l’odontoiatra -, ma non credo che le caratteristiche che siamo riusciti a conglobare noi si ritrovino da altre parti del territorio nazionale. Poi se c’è un posto così, sono contento».
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Mentre parliamo con il dottor Terranova, si affaccia proprio la dottoressa Dafne Zappalà, l’otorinolaringoiatra che lavora in questa UOC: «Il disabile può soffrire di una serie di patologie otorinolaringoiatriche che non è possibile affrontare in assenza di narcosi – ci spiega -. Penso alla fibroscopia, all’estrazione di un tappo o alla medicazione autologica».
«Io non avevo mai lavorato con i disabili – prosegue – ma è un’esperienza particolarmente bella. È una maniera diversa di affrontare la medicina, più umana, che ti arricchisce molto».
«Ci vuole empatia, per lavorare con i disabili – aggiunge Terranova -. Ci vuole compassione, ma non pietismo. Bisogna saperci parlare e saperli ascoltare. Bisogna star loro vicini, capire che queste famiglie hanno un peso titanico da sopportare, e spesso si sentono emarginate e abbandonate dalla società e dalle istituzioni. A volte basta offrir loro un canale di ascolto per aiutarle», conclude.