Con il Registro Nazionale dei tumori e l’istituzione del referto epidemiologico nuovi strumenti per monitorare le varie forme tumorali legate all’esposizione ad asbesto. Il sottosegretario all’Ambiente Micillo: «Grazie alla collaborazione tra il pm Guariniello e il ministero, entro pochi mesi sarà attivata una task force incaricata di creare un sistema di smaltimento sicuro»
«L’amianto in Italia è ancora un’emergenza, non solo sanitaria, ma anche ambientale e sociale». Lo dice Maria Domenica Castellone, membro della Commissione Igiene e Sanità del Senato e lo confermano i dati. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, 125 milioni di persone nel mondo sono ancora esposte ai rischi dell’amianto per motivi lavorativi.
L’amianto, chiamato anche asbesto, negli anni passati ha rappresentato un’importante occasione di occupazione e sviluppo, tanto da essere stato definito il “miracoloso ritrovato tecnologico”. Successivamente si è poi rivelato molto nocivo per la salute umana. In Italia è stato messo al bando da 27 anni e, nonostante siano trascorsi quasi tre decenni, in molti continuano a “respirarlo”, mettendo a rischio la propria salute.
Si tratta di una vera e propria fibra killer: «L’esposizione ad amianto causa tumore polmonare (mesotelioma pleurico), laringeo e ovarico, oltre a condizioni di fibrosi polmonare – spiega Alessandro Miani, presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) – e si registra, in media, un morto ogni 20 tonnellate. Nel mondo, ogni anno, sono utilizzate 2 milioni di nuove tonnellate di amianto, in particolare, in Brasile, Canada, Russia e Cina, dove non è ancora stato messo al bando».
In Italia, il problema è, fortunatamente, sotto i riflettori sia del mondo scientifico che del Governo. «Sono molte le iniziative messe in campo durante la scorsa e l’attuale legislatura – sottolinea Maria Domenica Castellone -. Da qualche mese è stata approvata la legge che disciplina il Registro Nazionale dei tumori e l’istituzione del referto epidemiologico, una norma che ci permetterà finalmente di monitorare le varie forme tumorali legate all’esposizione ad asbesto, individuare aree a rischio e mettere in campo metodologie efficaci di prevenzione e assistenza».
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Il ministero dell’Ambiente ha in corso numerose attività, a partire dalla bonifica delle aree SIN (Siti di interesse nazionale) contaminate, alla mappatura e al monitoraggio su tutto il territorio nazionale, fino a diverse forme di finanziamento: «In Italia sono 96mila i siti sotto la lente d’ingrandimento del Ministero – aggiunge Salvatore Micillo, sottosegretario al ministero dell’Ambiente – . Tanti anche i finanziamenti per un totale di circa 30 milioni di euro, tra pubblico e privato, con detrazioni fino al 50% per le aziende che vogliono smaltire l’amianto. Inoltre, grazie alla collaborazione tra il pm Guariniello e il ministero dell’Ambiente entro pochi mesi sarà attivata una task force incaricata di creare un sistema di smaltimento sicuro, efficiente ed efficace».
L’amianto è presente in una grande varietà di materiali da costruzione, rappresentando quindi un’emergenza per la gestione dei rifiuti, ma si trova anche in natura: «È una fibra naturale presente in alcuni tipi di rocce, comunemente chiamate “rocce verdi”, abbastanza diffuse nella nostra Nazione – spiega Arcangelo Francesco Violo, segretario del consiglio nazionale dei Geologi -. Per questo è necessario mappare anche queste aree del Paese, e non solo quelle dove ci sono delle costruzioni potenzialmente a rischio, per verificarne l’effettiva presenza e, di conseguenza, mettere in campo strategie di prevenzione a tutela della salute di chi vive o lavora in quelle zone».
Intanto, anche l’impegno delle istituzioni continua: «È stata già depositata un’altra proposta di legge specifica per l’amianto – dice Castellone -, che permetterà pure di determinare tempi certi per le bonifiche ambientali. Il primo firmatario è il senatore Gianluca Castaldi (M5S): la proposta è in attesa di essere incardinata. Speriamo – conclude la senatrice – possa arrivare presto ad un’approvazione».