Il presidente del Maxi Ordine delle professioni sanitarie di Roma Claudio Dal Pont rivela che molte strutture si sono trincerate dietro la privacy: «Sappiamo tutti benissimo che l’abuso di professione è penalmente perseguibile anche dal datore di lavoro con il sequestro di tutte le attrezzature atte a compiere l’atto illecito»
La lotta all’abusivismo è una delle priorità del nuovo Ordine multialbo delle professioni sanitarie. Una guerra che però al momento viene combattuta con armi ‘spuntate’. Intanto però gli oltre 200mila professionisti sanitari attendono l’approvazione degli ultimi due decreti attuativi della Legge Lorenzin, la legge 3 del 2018, che ha dato il via alla grande avventura dell’Ordine dei Tecnici Sanitari Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione.
In mancanza delle armi adeguate, c’è chi però non perde tempo. È il caso del Presidente dell’Ordine TSRM-PSTRP di Roma e provincia, Claudio Dal Pont, che ha preso carta e penna e ha scritto a tutte le strutture sanitarie, pubbliche e private di Roma e provincia per avere gli elenchi dei professionisti sanitari impiegati. Le risposte però non sono state quelle che si attendevano.«Non tutte le strutture pubbliche hanno risposto – sottolinea Dal Pont a Sanità Informazione – mentre tra le private c’è chi ha negato la risposta trincerandosi dietro la privacy».
Eppure non ci dovrebbero essere reticenze: l’Ordine è un Ente sussidiario dello Stato e dovrebbe poter accedere legittimamente a questi dati. «Non ho la stella da poliziotto o da Nas – continua il Presidente del maxi Ordine di Roma – Ho chiesto tutti gli elenchi dei professionisti dei 19 profili dell’Ordine. Ho chiesto di avere gli elenchi. Molte aziende pubbliche e anche qualche privato me lo hanno mandato, ma non tutte. Adesso reitererò la richiesta mettendo qualcosa di più convincente. Sappiamo tutti benissimo che l’abuso di professione è penalmente perseguibile anche dal datore di lavoro con il sequestro di tutte le attrezzature atte a compiere l’atto illecito».
Presidente, cosa si può fare per sbloccare questa situazione?
«Non so se altri presidenti hanno fatto la stessa cosa. Io è da più di un mese che ho mandato le Pec a tutte le strutture pubbliche e private. Ho chiesto di darmi gli elenchi. Forse, ma ragiono per supposizioni, potrebbero almeno garantire con una autocertificazione che tutti i professionisti siano in regola. Le assicuro che il mio intendimento è quello di andare avanti. Io un paio di casi di abusivismo li ho già trovati, i nomi sono in mano all’avvocato. Adesso scriveremo all’azienda dove lavorano»
A Roma e provincia hanno compreso l’importanza di iscriversi all’Ordine multialbo?
«La stragrande maggioranza sì. Non posso nascondere che molti hanno una ritrosia. Ma del resto non tutti sono professionisti con la “P” maiuscola. Devo dire, anche in riferimento alla categoria a cui appartengo, quella dei tecnici di radiologia medica, qualcuno aveva problemi persino ad apparire nel referto al fianco del medico radiologo…».