Il presidente eletto della Sin: «Si tratta di terapie altamente specifiche, anticorpi che bloccano direttamente il CGRP, la sostanza che scatena l’attacco di emicrania. Non agiscono sull’episodio acuto, ma lo prevengono»
«Riducono frequenza e intensità delle crisi, senza effetti collaterali». È Gioacchino Tedeschi, presidente eletto della Società Italiana di Neurologia (Sin), a descrive l’efficacia delle terapie innovative per la cura dell’emicrania. «Nuovi farmaci – continua Tedeschi – che non agiscono sull’attacco acuto, ma lo prevengono».
Ma prima che i pazienti possano testare l’efficacia di queste terapie in convenzione il con il Sistema Sanitario Nazionale sarà necessario attendere il benestare dell’Aifa: «Appena otterremo questa autorizzazione la qualità di vita di molte persone che soffrono di emicrania acuta o cronica subirà un notevole miglioramento. Ma allo stesso tempo – continua il presidente eletto Sin – si scatenerà uno tsunami di pazienti che richiederà di essere trattato, ponendoci di fronte a due sfide: la sostenibilità del servizio pubblico e l’adeguata preparazione dei neurologi che dovranno prescrivere questi nuovi farmaci in maniera adeguata».
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La formazione partirà dagli specialisti: «Sarà necessario formare un’intera classe medica di neurologi, in modo che ai centri autorizzati alla prescrizione di queste terapie siano inviati solo coloro che soffrono di un’emicrania ad alta frequenza o cronica, classi di pazienti – dice il neurologo – per cui questi farmaci saranno verosimilmente autorizzati». E la Società Italiana di Neurologia si sta preparando all’eventualità: «Organizzeremo dei corsi ad hoc per gli specialisti, anche se – sottolinea Tedeschi – la nostra vera preoccupazione non è tanto la formazione dei neurologi, quanto quella dei medici di medicina generale. Se è vero, infatti, che esistono dei neurologi specializzati nella cura delle cefalee, è altrettanto vero che il neurologo che non è specializzato nella cura delle emicranie vede continuamente pazienti che ne soffrono, quindi il periodo di formazione non sarà né lungo né difficile. Per i medici di medicina generale, che per primi avranno il compito di selezionare i pazienti le cui condizioni sono adeguate a queste nuove terapie, la formazione, probabilmente, non sarà altrettanto facile».
Ma cosa rende così straordinaria l’efficacia di questi farmaci? «Sono altamente specifici – risponde l’esperto -. Si tratta di anticorpi che interagiscono direttamente con il CGRP, la sostanza che scatena l’attacco di emicrania, bloccandola». Una terapia che migliora la vita dei pazienti non solo perché evita l’insorgenza dell’emicrania prevenendola, ma anche perché ha una frequenza di somministrazione davvero bassa: «Può essere assunta una volta al mese e, in alcuni casi, anche una volta ogni 90 giorni – dice Tedeschi -, liberando così il paziente dalla necessità di prendere continuamente dei medicinali».
E le buone notizie non finiscono qui: «Per il momento – aggiunge il presidente eletto della Sin – non sono emersi effetti collaterali, nemmeno sul sistema cardio-vascolare. Non ci dovrebbero essere particolari controindicazioni – conclude – neanche per chi soffre di altre gravi patologie».