Lavoro e Professioni 8 Luglio 2019 18:47

Contratto medici e unificazione fondi: ecco cosa sta succedendo all’Aran

Il nuovo pomo della discordia è l’unificazione dei fondi della dirigenza medica, sanitaria non medica e delle professioni sanitarie. Palermo (Anaao-Assomed): «A guadagnarci sono i medici». Quici (Cimo-Fesmed): «Le risorse saranno date dai medici in un rapporto 5 a 1». Vergallo: (Aaroi-Emac): «Paventiamo rischio concreto di appiattimento tra le professioni»

Contratto medici e unificazione fondi: ecco cosa sta succedendo all’Aran

La questione del rinnovo del contratto della dirigenza medica e sanitaria si fa sempre più complessa. Ora, a dividere Aran e sindacati è l’unificazione dei fondi della dirigenza medica, sanitaria non medica e delle professioni sanitarie. Un’unione prevista da una Legge adottata dall’ex ministro Renato Brunetta, ma la cui attuazione è diventata il nuovo ostacolo da superare per arrivare, a contratto già scaduto e dopo 10 anni di attesa, alla firma del nuovo testo.

Secondo Carlo Palermo, segretario nazionale di Anaao-Assomed, i veri beneficiari dell’unificazione «non possono che essere i medici, perché il valore medio della loro posizione è inferiore a quello dei dirigenti sanitari non medici». Per spiegare perché, ci elenca alcuni esempi tratti dai dati Aran 2016 relativi agli stipendi lordi dei professionisti: «La media della parte relativa alla posizione dei dirigenti sanitari non medici risulta essere di 8333 euro pro capite, mentre quella dei medici è di 8007 euro; la media della parte relativa al risultato dei dirigenti sanitari non medici è di 5362 euro pro capite, mentre quella dei medici è di 3934 euro. Mi risulta difficile capire perché, con l’unificazione dei fondi e l’armonizzazione dei valori, il medico dovrebbe perderci».

«Quello che contestiamo, al di là di chi ci guadagna o di chi ci perde – risponde Alessandro Vergallo, presidente del sindacato degli anestesisti-rianimatori Aaroi-Emac – è l’interpretazione stessa dell’armonizzazione dei fondi di cui parla la Legge. Secondo noi, l’armonizzazione non equivaleva all’unico calderone che ci ha proposto l’Aran. Ricordiamo infatti che i medici rappresentano la grande maggioranza dei dirigenti di area sanitaria. Quello che non condividiamo e non riusciamo ad accettare, quindi, è l’assenza di un meccanismo di suddivisione percentualmente paritetico tra le varie categorie professionali. In questo modo, è l’intera organizzazione del lavoro dei medici a decadere; è un rischio concreto di appiattimento tra le professioni che temiamo».

Anche la Federazione CIMO-FESMED, che insieme all’Aaroi-Emac ha lasciato il tavolo delle trattative, esprime forti perplessità, elencate in una lettera indirizzata a Sanità Informazione, sull’andamento delle trattative, che «intendono livellare le competenze professionali e le retribuzioni dei medici nel sistema pubblico». In particolare, per quanto riguarda l’unificazione dei fondi, il presidente Guido Quici evidenzia che «gran parte delle risorse le daranno i medici in un rapporto almeno di 5 a 1, dunque tutti avranno risorse per le loro carriere attraverso risorse che provengono prevalentemente dai medici».

«Bisognerà sicuramente mettere dei paletti – specifica Palermo – ed evitare variabilità eccessive a livello periferico tali che, ad esempio, nessun medico abbia un valore di posizione globale inferiore a quello in essere con l’attuale contratto».

Anche Vergallo parla di meccanismi di garanzia che tutelino i medici, che l’Aaroi-Emac ha chiesto informalmente all’Aran: «Stiamo studiando una possibile soluzione che preveda una ripartizione per quota capitaria dei soldi che finiscono nel fondo. Si tratterebbe di un meccanismo per il quale ogni dirigente mette un’uguale quota capitaria e poi gli incarichi dirigenziali vengono pagati in ragione di quanto portato da ciascuna categoria. Un meccanismo che impedirebbe la riduzione dei primariati medici a fronte dell’aumento di quelli non medici, cui abbiamo assistito di frequente negli ultimi anni e continuiamo ad assistere. La nuova bozza Aran dovrebbe accogliere parte delle nostre proposte. Una volta letto il testo, valuteremo se e come proseguire la nostra attività».

Articoli correlati
«Diritto alle cure a rischio senza personale», le richieste dei medici in piazza a Roma. E Schillaci convoca i sindacati
A Roma significativa adesione per la manifestazione dell’intersindacale medica convocata per denunciare le sempre più difficili condizioni di lavoro dei camici bianchi stretti tra turni massacranti e stipendi tra i più bassi d’Europa. Ben 8mila camici bianchi hanno lasciato il SSN tra il 2019 e il 2021
Oltre il 37% dei medici è pronto a lasciare il SSN per lavorare a gettone
Circa 4 medici su 10 sono pronti a lasciare il posto fisso in ospedale per lavorare come gettonisti. È il risultato emerso da un sondaggio flash proposto dalla Federazione CIMO-FESMED ad un campione di 1000 medici. Si rischia di dover celebrare presto il funerale del nostro Servizio sanitario nazionale
di Redazione
Dopo i medici cubani, la Calabria apre agli specializzandi. Viola (Federspecializzandi): «Servono cambiamenti strutturali»
Per contrastare la grave carenza di medici, la Regione Calabria ha pubblicato un avviso per reclutare specializzandi da tutta italia. Federspecializzandi: «Positivo, ma per specializzandi non è una scelta facile»
Elezioni, CIMO-FESMED: «No a slogan o promesse irrealizzabili. Proposte concrete per salvare SSN»
«Le domande sono numerose, e le risposte di certo non semplici – commenta Guido Quici, Presidente CIMO-FESMED-. Ma ci auguriamo che trovino spazio nei programmi elettorali di tutti gli attori in campo, in attesa del dibattito pubblico organizzato dall’intersindacale della dirigenza medica e sanitaria in programma per il prossimo 14 settembre»
Pierino Di Silverio, ritratto e obbiettivi del nuovo segretario Anaao-Assomed
Ora alla guida del sindacato Anaao, Pierino Di Silverio delinea la situazione del SSN e i prossimi punti per riportare i professionisti ad amare il proprio lavoro. Una categoria speciale, la defiscalizzazione, nuovi orari di lavoro, riorganizzazione del sistema emergenziale e un sistema di cause sempre più verso il no fault. Poi si rivolge alla politica: «Scenderemo in piazza!»
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Prevenzione

Influenza, Lopalco (epidemiologo): “Picco atteso tra la fine di dicembre e l’inizio del nuovo anno. Vaccinarsi subito”

L'epidemiologo a Sanità Informazione: "Vaccinarsi contro influenza e Covid-19 nella stessa seduta: non ci sono controindicazioni, solo vantaggi"
Advocacy e Associazioni

Percorso Regolatorio farmaci Aifa: i pazienti devono partecipare ai processi decisionali. Presentato il progetto InPags

Attraverso il progetto InPags, coordinato da Rarelab, discussi 5 dei possibili punti da sviluppare per definire criteri e modalità. Obiettivo colmare il gap tra Italia e altri Paesi europei in ...
Advocacy e Associazioni

Disability Card: “Una nuova frontiera europea per i diritti delle persone con disabilità”. A che punto siamo

La Disability Card e l'European Parking Card sono strumenti che mirano a facilitare l'accesso ai servizi e a uniformare i diritti in tutta Europa. L'intervista all'avvocato Giovanni Paolo Sperti, seg...