Il progetto pilota si basa sul modello diffuso nei Paesi anglosassoni e sarà realizzato nel podere di un antico casale, nella campagna di Reggio Emilia, grazie alla collaborazione tra l’Unimore e la cooperativa sociale Tice
«Uno spazio dedicato ai colloqui terapeutici dove non esistono né pareti, né pavimenti, ma solo alberi, siepi e prati fioriti. Un luogo che muta i suoi odori e i suoi colori al cambiare naturale delle stagioni». È così che Francesca Cavallini, presidente Tice, una cooperativa sociale formata da un’equipe multidisciplinare di psicologi, psicoterapeuti, pedagogisti e professionisti nell’ambito della salute, descrive il primo orto-giardino terapeutico d’Italia. Nascerà a Correggio, in provincia di Reggio Emilia, grazie alla collaborazione tra il dipartimento di Scienze della Vita di Unimore, l’università degli studi di Modena e Reggio Emilia, e la stessa cooperativa.
«Il progetto, che si svilupperà nell’arco di tre anni – continua Cavallini – è ispirato ad un modello diffuso, già da diverso tempo, nei Paesi anglosassoni, a seguito dell’interesse sempre più crescente per l’antica pratica dell’ortoterapia, a cui sono state dedicate sia pubblicazioni scientifiche che divulgative». Per ortoterapia si intende l’utilizzo di piante e giardini nella terapia di persone con disabilità fisiche, mentali, sociali o con disagio emozionale, ma anche, più generalmente, per il benessere di tutti: bambini, ragazzi, adulti e anziani.
«L’orto-giardino sarà dotato di percorsi adatti a chiunque – sottolinea la presidente di Tice – compreso chi si muove in carrozzina, con accessi sensoriali per utenti di ogni età». L’azione terapeutica si esplicherà attraverso attività pratiche nel verde, curando una singola pianta, camminando, riposando o conversando in questi orti-giardino. «Lo spazio sarà adatto sia a colloqui individuali che di gruppo», aggiunge ancora l’esperta.
LEGGI ANCHE: PARKINSON. LA TEATROTERAPIA AUMENTA L’AUTOSTIMA E MIGLIORA IL BENESSERE EMOTIVO
E perché l’assenza di muri dovrebbe migliorare la riuscita di tutte queste forme terapeutiche? «Essere immersi nella natura – continua Cavallini – aiuta il paziente “a stare nel presente”. Molte delle persone che soffrono di psicopatologie di origine ansiosa, infatti, vivono nella costante apprensione per ciò che accadrà, riuscendo difficilmente a godere del qui ed ora. L’idea di sviluppare un progetto simile nasce proprio dall’aver evidenziato un aumento di ansia, sia tra gli adolescenti, che tra gli adulti, soprattutto per una cattiva gestione dei dispositivi tecnologici. Un bisogno reale che si è trasformato in un dottorato in alta formazione in Scienze, Tecnologie e Biotecnologie Agro-Alimentari affidato a Giulia Elena Trentini, con tutor didattico Laura Arru, ricercatrice nel Dipartimento di Scienze della vita dell’università di Modena e Reggio Emilia».
Un progetto sperimentale che seppur unico nel suo genere rispecchia a pieno la filosofia di Tice: «La nostra cooperativa sociale, che si occupa di servizi, consulenza e ricerca nell’ambito della salute mentale e dell’apprendimento – commenta la Presidente – ha investito molto nel rapporto con l’università del territorio. In particolare, sono quattro i dottorati di ricerca attivi presso il nostro centro. Il primo, sui bisogni delle famiglie con bambini con un autismo. Il secondo è incentrato sull’importanza del dialogo genitore-figlio, il terzo è dedicato a studenti con dislessia e disgrafia. L’ultimo, invece, è destinato alla cyber-psicologia, per insegnare ai ragazzi a vivere anche nella realtà virtuale, oltre che in quella reale. Questi sono tutti progetti indoor, sviluppati all’interno di un’antica casa colonica, nel cui podere, situato in via Ronchi San Prospero, nel comune di Correggio, nascerà, invece – conclude Cavallini – il primo orto-giardino terapeutico d’Italia».