Formazione 16 Luglio 2019 16:23

Ludopatia: oltre 1,3 milioni di malati, solo 12 mila in cura. Ecco cosa possono fare i medici per guarire i giocatori

Consulcesi Club e il dottor Stefano Lagona, psicologo e psicoterapeuta specializzato nel trattamento delle tossicodipendenze e delle nuove dipendenze, lanciano il corso ECM FAD “Ludopatia: strategie ed interventi per il trattamento”

Un aumento del 6% rispetto all’anno precedente, per un volume totale di denaro giocato di 101,8 miliardi di euro. Solo 3 anni prima la cifra non superava gli 84,3 miliardi di euro. Sono questi gli ultimi dati disponibili in tema di gioco d’azzardo in Italia, diffusi dal “Libro Blu”, pubblicazione annuale che riporta i dati principali sul mercato del gioco d’azzardo legale in Italia. L’anno di riferimento è il 2017, ma secondo quanto anticipato di recente dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, la raccolta dei giochi pubblici – ovvero il numero delle puntate registrate in Italia nel corso dell’anno – nel 2018 avrebbe raggiunto i 106,8 miliardi, in aumento di circa il 3% rispetto all’anno precedente. In sostanza, è come se ogni italiano scommettesse un totale di 1.780 euro all’anno. In Italia si stima un totale di circa 1,3 milioni di malati patologici ma di questi solo poco meno del 10% (circa 12mila) sono in cura.

Numeri imponenti dietro cui si celano tantissimi giocatori occasionali (o comunque semplici appassionati) ma anche un volume sempre più consistente di casi patologici. Le persone affette da ludopatia solitamente stabiliscono con il gioco un rapporto esclusivo e altamente coinvolgente. L’elevato livello di eccitazione raggiunto li spinge a trascurare tutto ciò che li circonda: famiglia, affetti e lavoro, con pesanti ricadute non solo dal punto di vista economico. La ludopatia è insomma una piaga che non accenna a fermarsi, ed è per questo che il Decreto legge n.87 del 2018 ha introdotto numerose disposizioni di contrasto al gioco d’azzardo (tra le quali il divieto di qualsiasi forma di pubblicità) ed è allo studio un riordino complessivo del settore, volto a definire un quadro di regole chiare che tutelino maggiormente il giocatore.

Un fenomeno dilagante e sempre più preoccupante che – per arginarlo ed affrontarlo – necessita di continui aggiornamenti anche da parte del personale medico-sanitario. In questa direzione va il corso promosso da Consulcesi Club dal titolo “Ludopatia: strategie ed interventi per il trattamento” a cura del dottor Stefano Lagona, psicologo e psicoterapeuta specializzato nel trattamento delle tossicodipendenze e delle nuove dipendenze.

Il corso FAD (Formazione a Distanza), annunciato da un video, intende descrivere la patologia da gioco d’azzardo, analizzando anzitutto lo scenario storico culturale italiano del problema ed affrontando successivamente gli aspetti clinico-epidemiologici del disturbo. Vengono inoltre forniti strumenti relativi all’assessment del paziente, necessari alla presa in carico e alla formulazione di un programma di intervento. Nei quattro moduli che compongono il corso vengono anche illustrate le principali strategie di trattamento, a carattere psicoterapico, funzionali al recupero del soggetto: la psicoterapia cognitivo comportamentale, la psicoterapia sistemico relazionale, la psicoterapia psicoanalitica. Nell’ultima parte vengono descritti gli approcci complementari alla psicoterapia: i gruppi di auto-mutuo aiuto per giocatori e la formazione/informazione a carattere matematico statistico. Il tutto attraverso una modalità di aggiornamento che riesce a coniugare il rigore scientifico del materiale didattico con i tempi frenetici e il carico di lavoro tipici della professione.

Da questo punto di vista la Formazione a Distanza rappresenta la modalità più efficace per non farsi trovare impreparati con l’imminente scadenza del triennio formativo obbligatorio: in particolare, negli anni il catalogo FAD Consulcesi si è ampliato grazie ai Film Formazione, per un nuovo modello di edutainment, ad una collana di e-book con una serie di titoli d’interesse anche per i pazienti. È allo studio inoltre l’applicazione della tecnologia Blockchain all’intero percorso formativo, in modo da renderlo certificato e trasparente.

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