«Tenere insieme un sistema universalistico è ambizioso – spiega l’assessore Giulio Gallera -. Tutte le azioni che riescono a garantire economie di scala e recupero delle risorse sono necessarie»
«Una boccata d’ossigeno per assicurare le cure a tutti a costi più bassi. È necessario ampliare il numero di persone che ne fanno uso con una campagna informativa importante». È questo il pensiero dell’assessore al Welfare per la Regione Lombardia Giulio Gallera sui farmaci generici.
Intervistato in occasione della presentazione dello studio sul comparto produttivo dei farmaci generici della Società di studi economici Nomisma, Gallera incoraggia il ricorso ai farmaci equivalenti per contenere la spesa sanitaria e tutte le azioni per gestire la criticità legata all’eccessiva pressione sui prezzi.
Assessore, lei ha parlato del Sistema sanitario nazionale come di un sistema ambizioso e che è difficile da mantenere. Perché?
«Perché oggi abbiamo risorse finite e insufficienti a contenere i costi crescenti e i bisogni che richiede la cronicità. E quindi tenere insieme un sistema che ha l’ambizione di essere universalistico, dare le migliori cure a tutti è francamente un’operazione ambiziosa e quasi disperata. Noi, però, continuiamo a farlo e ci crediamo: per questo, è evidente che tutte le azioni che riescono a garantire economie di scala e recupero delle risorse da destinare a finanziare i nuovi farmaci, i nuovi macchinari, sono necessarie. Il tema delle gare sui farmaci, il tema delle gare al massimo ribasso, il tema delle gare centralizzate, sono percorsi e meccanismi che servono a ottenere da un lato il prezzo più basso e dall’altro a recuperare risorse. Un modo, oggi, per continuare su questa strada, quella della sostenibilità di un sistema che garantisce l’accessibilità delle cure a tutti, è rompere i silos e guardare un po’ da un punto di vista diverso tanti meccanismi. Da un lato, non si può avere risorse dedicate solo alla farmaceutica, solo all’attività ospedaliera, solo all’attività territoriale, perché poi ogni azione ha delle ricadute anche in altri ambiti e dall’altro io penso che le modalità di contrattazione che l’Aifa deve mettere in campo nei confronti delle aziende farmaceutiche su farmaci- che oggi sono sempre più costosi e personalizzati – deve essere molto più flessibile e dinamica e modificarsi all’ampliarsi delle prescrittibilità e quindi delle platee dei pazienti che ne possono usufruire».
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Farmaci generici fondamentali, quindi, ma su cosa si deve lavorare?
«I farmaci generici sono stati per noi una straordinaria boccata d’ossigeno perché evidentemente hanno consentito di continuare a garantire le cure e l’accessibilità a una serie di farmaci scaduti i brevetti, a costi molto più bassi e questo è importante. Va sicuramente ampliato il numero delle persone che ne fanno uso e che ne capiscono l’equivalenza e da questo punto di vista va fatta una campagna informativa in maniera importante. Dall’altro, per allentare un po’ la pressione delle gare sul prezzo bisogna riuscire a lavorare in quelle situazioni di contesto che ho descritto prima».