«Essere caregiver è qualcosa di più rispetto allo stato sociale, rispetto al welfare, perché nessuno come un parente riesce a stare vicino», il racconto del giornalista e conduttore televisivo Franco Di Mare
Sono padri e madri che assistono un figlio malato oppure con disabilità. O, all’inverso, figli alle prese con i propri genitori anziani, ma anche fratelli o sorelle in aiuto di un familiare fragile. Si tratta dei caregiver, un termine anglossassone che indica letteralmente “colui che si prende cura”.
In Italia, secondo i dati Istat, sono oltre il 17% della popolazione. La maggior parte dei quali assistono familiari con demenza. I caregiver sono per la maggioranza donne, ma non manca una componente maschile. Tutti possono trovarsi alle prese con il ruolo di caregiver, come ci racconta il giornalista e conduttore televisivo Franco Di Mare.
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«Ho avuto due genitori ammalati e io sono stato il loro caregiver – ha raccontato ai microfoni di Sanità Informazione, il giornalista Franco Di Mare in occasione della premiazione del concorso “A fianco del coraggio” -. Essere caregiver è qualcosa di più rispetto allo stato sociale, rispetto al welfare, perché nessuno come un parente riesce a stare vicino. Certo se ci fosse il sostegno ancora un po’ più vicino dello Stato, se ci fosse una vicinanza in più del welfare non sarebbe male. Ma i caregiver in questo Paese sono una delle risorse più preziose che ci siano».
Un terzo elemento imprescindibile per l’assistenza al paziente è sicuramente la figura del medico, fondamentale anello di congiunzione tra il malato e la figura del caregiver. «I medici sono il mediatore straordinario e più importante che ci sia. Tra le esigenze del paziente e il caregiver improvvisato a volte, che non sa nulla della malattia e tutto deve imparare. Il rapporto tra medico, paziente e caregiver – conclude Di Mare – è fondamentale. È quell’asset, quel tassello che chiude il mosaico».