Ad Anzio le volontarie dell’associazione La Grande Quercia hanno dato vita ad uno stabilimento balneare a misura di disabilità. Tuttavia, strutture così sono mosche bianche in molte regioni italiane: la guida Heyoka ha censito le spiagge attualmente accessibili
«Per noi questa è una famiglia» racconta Roberto, 20 anni e tetraplegico, che dopo tanto tempo può finalmente trascorrere serenamente una giornata al mare in compagnia della sua famiglia, senza incorrere in barriere architettoniche o ostacoli naturali. Un sogno per mamma e papà, anche se tutti i giorni devono mettersi in macchina e percorrere insieme al figlio 60 km per raggiungere La Girandola Beach, tra le poche strutture in Italia in grado di assicurare servizi indispensabili a chi ha problemi di mobilità.
La Girandola Beach è uno stabilimento balneare della città costiera di Anzio, vicino Roma, gestito dalle volontarie dell’associazione La Grande Quercia. «Questa spiaggia – spiega Alessandra Nilo, vicepresidente dell’associazione – ci è stata assegnata con un bando pubblicato dall’Asl RMH nel 2014. La spiaggia ha un’accessibilità al cento per cento, con passerelle che girano intorno agli ombrelloni, sedie job per poter andare in acqua, bagni attrezzati per chi non deambula. Per noi è importantissimo, e lo è per i nostri utenti, che quando scendono in spiaggia si sentano a casa».
Un’isola felice, poiché di spiagge attrezzate per accogliere la disabilità ce ne sono poche non solo sul litorale laziale, ma in tutta Italia. Una guida, redatta da Heyoka, ha censito regione per regione gli stabilimenti balneari in grado di ospitare utenti diversamente abili. «Siamo partiti da guide che avevamo controllato già negli anni precedenti e abbiamo cercato di capire quali tra i nominativi presenti fossero ancora attivi – spiega Fabiola Spaziano, direttore artistico di Ability Channel, la realtà editoriale che cura il progetto Heyoka -, quali tipi di servizi offrissero e se avessero una pagina web o un social media. Dove non abbiamo avuto risposta o la possibilità di verificare che il servizio era effettivamente presente, l’abbiamo depennato».
«Nella nostra lista ci siamo resi conto che alcune Regioni seguono quelle che sono le indicazioni di legge per far sì che gli stabilimenti siano accessibili a chiunque e soprattutto a chi ha disabilità. Questo però solo in alcune Regioni; in altre non c’è questo tipo di attenzione», spiega ancora Fabiola Spaziano. Dalla guida Heyoka emerge infatti una maggiore attenzione al problema da parte delle regioni del Nord e Centro Italia, in particolar modo Toscana, Veneto ed Emilia-Romagna, regioni con il maggior numero di stabilimenti accessibili a chi ha difficoltà psico-motorie. Carente è invece il Sud, in particolare le coste della Calabria. Una tendenza che non coinvolge però tutto il Meridione, come dimostra l’esempio virtuoso della Basilicata. «Devo dire che rispetto agli anni scorsi c’è effettivamente una crescita, – conclude Spaziano – un’attenzione e una sensibilità maggiori. Non è ancora completo al cento per cento, infatti noi ci stiamo battendo non soltanto per le spiagge, ma per il concetto di disabilità a 360 gradi».