Governo alle strette: il Parlamento spinge verso la transazione con la mozione di 21 senatori. Parla Piero Aiello (NCD): «I medici vincono tutti i ricorsi e lo Stato rischia il default: bisogna intervenire»
Una mozione in Parlamento per risolvere definitivamente l’enorme contenzioso tra Stato e medici ex specializzandi. Un messaggio chiaro e diretto che il Governo non può ignorare. È questo l’obiettivo del documento presentato da 21 Senatori, primo firmatario Piero Aiello di NCD, che mira a porre fine ad una problematica che si protrae da decenni e che è già costata molto cara alle casse dello Stato.
Questo perché i medici che hanno frequentato una scuola post-laurea tra il 1978 e il 2006 non hanno ricevuto il corretto trattamento economico per il lavoro svolto. Il pagamento era invece previsto da specifiche direttive europee. Lo stato, si può leggere nella mozione, rischia un esborso totale superiore ai 4 miliardi di euro, dovuto alle cause di rimborso che i medici continuano a vincere in tempi sempre più rapidi. Serve dunque un accordo tra le parti, che il Parlamento aveva già tentato di raggiungere attraverso la presentazione di tre Disegni di legge trasversali. Sanità informazione ha parlato con il Senatore Aiello, primo firmatario della mozione 1-00498.
Senatore Aiello, dopo i tre Ddl arriva ora una importantissima mozione che impegna il governo a risolvere definitivamente la questione degli ex specializzandi.
«Nel corso degli anni, i vari governi che si sono succeduti hanno costantemente sottovalutato la gravità del problema in questione. Per questo motivo, la situazione si è incancrenita ancora di più con il passare degli anni. Il governo attuale e quelli che si succederanno in futuro dovranno dunque vedersela con l’aumento del rischio di essere schiacciati dal peso delle migliaia di ricorsi che i colleghi medici ex specializzandi stanno portando avanti e che, senza dubbio, vinceranno. La nostra mozione, che arriva dopo diversi progetti di legge presentati in Parlamento, impegna finalmente il governo a decidere se intende o meno prendere una posizione su questo annoso problema. E dunque: ragioniamo, transiamo, facciamo in modo che chi ha fatto ricorso venga messo nelle condizioni di trovare un accordo che alleggerisca la “sofferenza” dello Stato nel caso in cui dovesse ritrovarsi a dover pagare tutti i ricorsi che, ripeto, i colleghi medici vinceranno sicuramente così come hanno vinto nel passato. In questo senso, la nostra mozione ha un carattere di “induzione”: impegniamo il governo a ragionare con noi, in modo da arrivare ad una soluzione definitiva ed esaustiva del problema».
Un problema che lo stesso Premier Renzi, in un Question Time di qualche settimana fa, ammetteva essere la principale voce di spesa per la presidenza del Consiglio. Si tratta dunque di un costo notevole, e questa transazione richiesta che, ricordiamo, sarà valida soltanto per chi avrà fatto ricorso, diventa sempre più necessaria per chiudere una questione ormai annosa.
«Si tratta di un atto assolutamente necessario, come dimostrano le tantissime firme poste in calce al documento in maniera bipartisan. È stata dimostrata la necessità di arrivare ad una conclusione. Tra l’altro, qui stiamo parlando di un diritto negato a migliaia e migliaia di persone, nel caso specifico di medici. Per questo motivo noi, che facciamo politica e siamo qui a legiferare, abbiamo il dovere, tra le altre cose, di dare la giusta attenzione anche a questo problema».
Nell’attesa, però, i medici continuano a fare ricorso e a vincere, anche in primo grado. Insomma, questa è la strada.
«Come ho detto prima, il numero di ricorsi continua a crescere. Se si dovesse continuare così, lo Stato rischierebbe il default. È per questo motivo che si impone la necessità di un’azione che concluda definitivamente la vicenda. La mozione serve a questo».