Dall’infermiere di famiglia all’intramoenia, la crisi ha bloccato alcuni provvedimenti importanti per gli infermieri. «Indipendentemente dal futuro del Governo abbiamo davvero una serie di percorsi importantissimi da concludere in fretta per i nostri cittadini» sottolinea Draoli
Inserire nell’agenda del futuro Governo tutti quei percorsi legislativi rimasti in sospeso con la crisi che ha messo fine all’esperienza governativa giallo-verde. A chiederlo la Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche, impegnata in questi giorni nel Meeting Salute 2019 di Rimini. Proprio dalla costa romagnola arriva il commento di Nicola Draoli, componente del Comitato centrale FNOPI.
«In questo momento di crisi di Governo ci sono tutte una serie di percorsi legislativi in atto – spiega Draoli – ddl intramoenia, il ddl sull’infermiere di famiglia e di comunità, il Patto per la Salute. Abbiamo tantissimi percorsi in standby. Questo per noi è un momento particolarmente cruciale perché chiediamo, e monitoreremo ovviamente affinché sia fatto, che diventi immediatamente un’agenda politica, indipendentemente dal futuro del Governo, perché abbiamo davvero una serie di percorsi importantissimi da concludere in fretta per i nostri cittadini».
Il Meeting Salute di Rimini è anche l’occasione per fare il punto sui temi caldi della professione. «Per noi è importantissimo essere qua perché c’è la possibilità di confrontarci non solo con tutta una serie di stakeholders che per noi sono fondamentali – racconta ancora Nicola Draoli – politici, istituzioni e associazioni, ma soprattutto i cittadini. Lo stand della FNOPI sta andando benissimo, intercetta tantissime persone, dai bambini agli adulti e agli anziani. In questo modo riusciamo a portare l’identità professionale infermieristica con le persone fuori dai convegni». Tra i temi affrontati «l’Alzheimer, l’importanza dell’infermieristica di famiglia e di comunità, della territorialità, il cambio di paradigma di cui ha bisogno il nostro sistema e il tema delle specializzazioni che è uno dei temi focali in tutti i nostri interventi».
Proprio sulla formazione specialistica la FNOPI, in una nota, sottolinea l’importanza dello sviluppo della professione infermieristica non è solo manageriale, ma «anche clinica e per questo – sottolinea FNOPI – di fondamentale importanza è riconoscere ai professionisti le specializzazioni e il loro percorso formativo, non solo come approfondimento professionale legato ai master, ma come vero e proprio livello di istruzione universitaria superiore. E alle specializzazioni saranno anche legati la progressione di carriera e il principio di infungibilità».
Questo il panorama prossimo che la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI) sta disegnando per lo sviluppo dell’attività assistenziale degli oltre 450mila suoi iscritti di cui 385mila in servizio e di questi 270mila circa alle dipendenze del Servizio sanitario nazionale. Numeri che si traducono in una consistenza della professione infermieristica pari a oltre il 45% di chi lavora in sanità e in oltre il 40% di chi dipende dalle strutture pubbliche.
«Occorre stratificare le competenze specialistiche sia nei modelli organizzativi che negli incardinamenti normativi e contrattuali – ha detto la presidente FNOPI Barbara Mangiacavalli – Già domani quindi ci aspetta un infermiere non più solo dedicato alle “esigenze di reparto e di azienda”, ma specializzato secondo canoni che la Federazione sta mettendo a punto con i ministeri di Salute e Università e su cui presto si confronterà con le Regioni».