Il chirurgo ha riportato un trauma facciale e la rottura del naso. Il Presidente della FNOMCeO: «Serve una legge che aumenti le pene e introduca la procedibilità d’ufficio, oltre a rendere le sedi più sicure»
Stop alla violenza agli operatori sanitari. Dopo l’ennesima aggressione avvenuta ai danni di una dottoressa dell’Ospedale San Giovanni Bosco di Napoli, istituzioni, Ordini e sindacati chiedono di intervenire con celerità su un fenomeno che non solo non accenna a diminuire ma che in questi mesi estivi, soprattutto al Sud, sta crescendo di intensità mettendo a repentaglio l’incolumità e la serenità di medici e operatori sanitari.
L’episodio è avvenuto di notte, teatro il Pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni Bosco di Napoli dove il medico stava svolgendo una consulenza chirurgica, quando è stata aggredita e percossa, riportando un trauma facciale e la rottura del naso, con una prognosi di 30 giorni. La 52enne, minacciata, aveva chiamato la guardia giurata per sgomberare il locale: secondo quanto da lei riferito, il vigilantes non aveva potuto fare nulla, ma alle sue insistenze era partita l’aggressione a calci e pugni dei familiari del paziente. Poi l’intervento dei carabinieri, che hanno identificato gli aggressori.
«La Asl Napoli 1 – ha annunciato il direttore Ciro Verdoliva – è e sarà al fianco della dottoressa, ci costituiremo parte civile assicurando, tra l’altro, il supporto legale alla nostra dipendente. Tolleranza zero, chi ha sbagliato si aspetti conseguenze molto serie».
Secondo la ricostruzione, la dottoressa aveva invitato le parenti del paziente che stava visitando ad attendere fuori dalla stanza. Da qui la discussione e la violenza.
Al fianco della dottoressa aggredita il Presidente della regione Campania Vincenzo De Luca: «Desidero esprimere la mia solidarietà e vicinanza alla dottoressa dell’ospedale San Giovanni Bosco che ha subito la scorsa notte una vile e gravissima aggressione. Ancora un atto di violenza nei confronti di un medico che sta svolgendo con impegno e dedizione il proprio lavoro, e ancora nel Pronto soccorso dell’ospedale. Solidarietà anche all’intero personale medico e sanitario che lavorano nel presidio. Ancora una volta, nel ripetersi di episodi che condanniamo e denunciamo, ricordiamo che da oltre un anno abbiamo presentato la richiesta formale, tramite la Prefettura, per l’istituzione di un posto di polizia al San Giovanni Bosco».
«La professione medica continua a pagare un prezzo altissimo per le gravissime carenze strutturali dei presìdi e per la carenza di medici: pochi giorni dopo l’aggressione di Palermo, siamo costretti a registrare oggi un episodio di violenza verbale a Cerignola (Bari), che ha causato un malore al medico che ne è stato vittima, e il brutale ‘pestaggio’ della collega del San Giovanni Bosco di Napoli» commenta il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, che contro le violenze negli ospedali torna a chiedere con forza “una legge ad hoc”, ma anche “un ‘Piano Marshall’ per il Sud”. «Serve sicuramente una legge che aumenti le pene e introduca, per le aggressioni agli operatori sanitari, la procedibilità d’ufficio, oltre a rendere le sedi più sicure anche con la previsione di presidi di Polizia», afferma. Proprio Anelli pochi giorni fa si era detto preoccupato del fatto che la crisi di governo di fatto rallenti l’iter del ddl sulle aggressioni al personale sanitario che, in caso di elezioni, potrebbe slittare all’anno prossimo.
Solidarietà anche dall’Ordine dei Medici di Napoli. «Massima solidarietà alla dottoressa brutalmente aggredita al San Giovanni Bosco di Napoli. Solo l’ultimo dei medici che, a questo punto, è vittima dell’inerzia della politica nazionale sul tema delle aggressioni ai camici bianchi, complicata oggi dalla caduta del governo quando ormai sembrava prossima una soluzione legislativa». Queste le parole con le quali Silvestro Scotti, presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli, ha inviato un messaggio di solidarietà alla dottoressa in servizio all’Asl Napoli 1 malmenata dai parenti di un paziente che stava visitando. Scotti richiama alle proprie responsabilità la politica nazionale, di governo e di opposizione, colpevole di «aver affrontato in maniera estremamente rilassata la questione e nel non aver considerato il tema come degno di un provvedimento di urgenza». La scelta, aggiunge, «è stata quella di trascinare per 14 mesi, sino alla caduta del Governo, la discussione sul disegno di legge che avrebbe finalmente inasprito le pene per coloro che aggrediscono dei camici bianchi».
«Le ultime aggressioni ai danni di una dottoressa, medico chirurgo, all’Ospedale Don Bosco di Napoli e quella subita da una dottoressa di medicina generale a Benevento, chiamano in causa, il governo e le istituzioni per l’adozione, in tempi strettissimi, di provvedimenti urgenti per la sicurezza dei medici», commenta Luigi De Lucia, Segretario Regionale del Sindacato Medici Italiani della Campania. «Non possiamo permettere che un luogo di cura diventi scenario di aggressioni e violenza. Occorre intraprendere misure concrete contro la violenza in sanità a partire da una maggiore presenza delle forze dell’ordine nelle aree che accolgono presidi ospedalieri. Sempre di più, purtroppo, sono le donne medico ad essere coinvolte in ingiustificati e drammatici episodi di violenza; molto spesso, si tratta di professioniste oberate da turni e orari di lavoro non più sostenibili», continua De Lucia.