Il direttore del centro di ricerca di Philadelphia: «Abbiamo dato vita al primo test diagnostico e preventivo sullo sviluppo degli infortuni dei calciatori e osservato che la comparsa dell’infortunio viene indicata da anomalie di cinque geni». Lo studio è stato condotto con il Napoli, ma è pronto a sbarcare Oltreoceano
I giocatori del Napoli sono i più in salute d’Europa. E sono stati quindi studiati. È stato il professor Antonio Giordano, direttore dello Sbarro Health Research Organization di Philadelphia, a condurre la ricerca, insieme allo staff medico della squadra di calcio partenopea, che è stata poi pubblicata sulla rivista scientifica internazionale Journal of Cellular Physiology. I risultati? Gli infortuni sono scritti nella genetica.
«Abbiamo dato vita – spiega a Sanità Informazione il professor Giordano – al primo test diagnostico e preventivo sullo sviluppo, in alcuni atleti, di una serie di patologie come infortuni muscolari, problemi ai tendini o ad altre parti del corpo che vengono sollecitate durante lo sforzo fisico. Abbiamo quindi dimostrato che la comparsa dell’infortunio viene indicata dalle anomalie osservate in cinque geni». Queste possibili variazioni genomiche possono tuttavia essere minimizzate, almeno in parte, mediante programmi nutrizionali e di allenamento specifici disegnati dallo staff medico, spiegando così l’eccellente performance ottenuta dal Napoli.
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Un grande aiuto per i medici delle squadre di calcio, quindi, che, risultati delle analisi alla mano, «potranno intervenire cambiando e personalizzando i metodi di allenamento, le abitudini nutrizionali o alcuni stili di vita dei calciatori, limitando gli infortuni», aggiunge il professore.
La ricerca è nata da un’osservazione dell’ex capo dello staff medico del Napoli, il dottor Alfonso De Nicola: «Questo studio – commenta – è un valore aggiunto alla personalizzazione della preparazione atletica degli sportivi, proiettando così la medicina dello sport nel terzo millennio».
Da Napoli, tuttavia, lo studio è pronto per atterrare anche Oltreoceano e in altre discipline sportive: «Molte squadre nazionali e internazionali – aggiunge il professor Giordano – hanno acceso i riflettori su questa scoperta e a breve alcuni team statunitensi di football americano applicheranno questo test diagnostico per valorizzare ancora di più le performance degli atleti. In questo modo – conclude – la longevità dell’atleta potrà essere allungata e le squadre, specialmente se impegnate in diversi tornei nazionali e internazionali, non saranno svantaggiate dagli infortuni fisici».