Intervista al responsabile innovazione del Partito Democratico, onorevole Sergio Boccadutri, firmatario dell’emendamento inserito nella Legge di Stabilità: «Il digitale deve fare un balzo in avanti»
Eliminare il limite di 30 euro come accettazione da parte del merchant del pagamento alternativo al contante, introdurre sanzioni per chi non rispetta la norma e ridurre al minimo le commissioni per le transazioni inferiori a 5 euro». A parlare è Sergio Boccadutri, responsabile innovazione del Partito Democratico.
L’onorevole espone, ai microfoni di Sanità informazione, i tre punti cardine dell’emendamento inserito nella legge di Stabilità, in materia di pagamenti elettronici e POS obbligatorio, da lui presentato in commissione Bilancio alla Camera. L’obiettivo è quello di incentivare l’utilizzo dei pagamenti digitali per qualsivoglia importo. «I consumatori devono abituarsi all’uso di strumenti alternativi. Questi tre pilastri – prosegue Boccadutri – servono sostanzialmente a concretizzare la libertà del cittadino di scegliere la modalità di pagamento preferita. É una norma complementare e assolutamente non contraria a quella dell’innalzamento della soglia del contante voluta dal Governo Renzi, perciò coesisteranno».
Questo emendamento compensa la legge sull’obbligo di POS entrata in vigore senza prevedere sanzioni. Sanzioni invece ora previste a partire dal mese di aprile e che sono l’unico vero mezzo per rendere concreto questo provvedimento.
«Io direi che il provvedimento attualmente in vigore sui POS ha già avuto degli effetti positivi: i dati ci dicono che nel 2013 i POS erano 1 milione e mezzo, nel 2014 sono diventati 1 milione e 800mila; quindi hanno registrato una crescita del 20%. Tra l’altro, i costi degli stessi POS sono diminuiti negli ultimi 5 anni, come tutto ciò che è innovazione tecnologica. Le commissioni ormai sono allineate con quelle europee, così come i costi dell’hardware. Inoltre, le commissioni interbancarie non sono più disciplinate nazionalmente ma da un regolamento europeo che, a differenza della direttiva, non va recepito, entra in vigore. La prima parte è entrata in vigore ad aprile, mentre quella sulle commissioni il 9 dicembre».
In merito ai costi di servizio, uno degli oggetti di critica, come ha detto lei, le nuove tecnologie ci vengono incontro. Sono sempre di più gli strumenti che abbattono questi costi. Ad esempio, per quanto riguarda il mondo della sanità, alcuni mesi fa è stata lanciata un’applicazione che permette il pagamento virtuale, DoctorPay.
«Assolutamente. I mezzi tecnologici sono proprio i protagonisti, i nuovi attori introdotti dalla PSD2, la nuova direttiva comunitaria sui servizi di pagamento che modificherà fortemente questo mercato. In Italia abbiamo molto spazio. Aumentare il livello delle transazioni per tutti i pagamenti digitali, significa fare un passo avanti verso la digitalizzazione anche per il sistema paese. Pensiamo ad una persona che non può uscire di casa ma necessita di assistenza medica: il consulto potrà avvenire utilizzando una videocamera; e anche il pagamento potrà avvenire immediatamente attraverso uno dei sistemi digitali. Mi rivolgo anche ai medici, che a volte danno consulti e fanno anamnesi semplicemente ascoltando i problemi, senza la necessità di una visita concreta: l’integrazione di più tecnologie, la banda ultra larga da una parte, che permette una buona connessione con l’assistito, e il pagamento digitale dall’altra, consentirà di soddisfare le più disparate necessità, compresa quella di un consulto medico immediato».