Formazione 3 Settembre 2019 14:36

Caso Napoli, il Presidente di Commissione: «Tra gli studenti anche minorenni che si ‘allenano’ al test»

Proteste dei sindacati: «L’estrazione sociale degli studenti è diventata in Italia la prima determinante dell’esito dei test»

Sono in 4216, e dalle prime luci dell’alba affollano il piazzale antistante il complesso universitario di Monte Sant’Angelo, sede dei test d’accesso alla facoltà di Medicina dell’Università Federico II di Napoli. Sono gli studenti che oggi tenteranno di realizzare il loro sogno, diventare medici. Ad accompagnarli genitori, amici, fidanzati.

Un parterre di candidati, quest’anno, molto eterogeneo dal punto di vista anagrafico. L’aspirante medico più anziano è infatti del 1949, mentre un’intera aula è gremita di ragazzi classe 2002: diciassettenni, forse neanche tutti. «In effetti – osserva il professor Cesare Gagliardi, presidente della Commissione, in merito – è una cosa utile e positiva che molti ragazzi non ancora diplomati vengano a cimentarsi col test, anche solo per prova. L’anno prossimo saranno più preparati, anche psicologicamente, a quello che li aspetta».

Quest’anno il principale Ateneo partenopeo ha messo a disposizione 500 posti (più 7 destinati agli studenti extracomunitari), ben 100 in più rispetto allo scorso anno.«Il Ministero ha accolto la nostra richiesta di aumentare i posti – commenta Gagliardi – ma il numero chiuso resta senz’altro un criterio adeguato dal momento che permettere a tutti di entrare per poi “scremare” dopo il primo anno sarebbe controproducente. Certo è che i numeri – continua – devono essere oggetto di attenta valutazione, non solo per quanto riguarda il test d’ingresso, che è solo il primo step: resta infatti il problema della carenza di specialisti e della fuga all’estero dei nostri medici».

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Tuttavia non mancano le voci contro il sistema del numero chiuso: in prima linea il Fronte della Gioventù Comunista di Napoli (FGC Napoli), che si è mobilitato davanti ai cancelli di Monte Sant’Angelo con un’azione di protesta: «L’estrazione sociale degli studenti è diventata in Italia la prima determinante dell’esito dei test. Come si può parlare ancora di meritocrazia? – ha commentato Giorgio Di Fusco, responsabile FGC di Napoli –. Le migliaia di studenti che non provengono da scuole prestigiose e che non possono permettersi di prepararsi con corsi privati dal costo di migliaia di euro vengono duramente penalizzati durante queste prove. Se non si parte dalle stesse condizioni, di certo non se ne può fare una questione di merito».

Intorno alle 13 i ragazzi escono alla spicciolata. L’umore generale è quello da «o la va o la spacca». C’è chi è alla sua “prima volta”, e ci sono i veterani, gli irriducibili. Nessuno si sbilancia troppo su eventuali irregolarità. A vigilare sulle quali, però, erano presenti i legali Consulcesi, da anni in prima linea nel combatterle. «Siamo qui per raccogliere testimonianze dei ragazzi su eventuali irregolarità, loro sono i nostri occhi e le nostre orecchie – afferma l’avvocato Andrea Alecce. – È importante che siano informati sulla possibilità di intentare ricorso e sull’iter da percorrere nel caso in cui il loro diritto allo studio fosse leso proprio da queste anomalie, dall’utilizzo dei cellulari alla violazione dell’anonimato, che si verificano praticamente ogni anno. Per denunciarle e avere tutte le informazioni legali di cui possano aver bisogno, è a loro disposizione lo sportello on line www.numerochiuso.info».

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