Cambio di vertice per il Ministero della Salute, al posto della pentastellata Giulia Grillo l’ex Pd, Roberto Speranza. Ecco il profilo e le idee del deputato di Liberi e Uguali
Roberto Speranza sarà il nuovo ministro della Salute del governo Conte bis. Il medico legale M5S, Giulia Grillo passa il testimone al deputato di Liberi e Uguali. Un accordo che era nell’aria già nei giorni scorsi, ma che sembra essere stato concluso al fotofinish: la notizia del nome di Speranza e della collega Rossella Muroni, proposti come possibili ministri, è arrivata mentre il premier Giuseppe Conte era a colloquio con il presidente Mattarella.
Tra l’attività parlamentare di Roberto Speranza spicca la proposta di legge sui finanziamenti del Servizio sanitario nazionale depositata, tra i primi atti, proprio ad inizio legislatura. Abolizione del superticket, rideterminazione del finanziamento e allentamento dei vincoli per l’assunzione del personale sono le soluzioni proposte nel disegno di legge prima firma del neo ministro. Ma Speranza ha collaborato nell’attività parlamentare anche con la collega Michela Rostan per il disegno di legge sul riconoscimento della fibromialgia come malattia invalidante. «La nomina di Roberto Speranza è una garanzia fondamentale per procedere sulla strada di una sanità pubblica più equa e uniforme sul territorio, universale nella fruizione dei servizi sanitari essenziali e attenta alla sicurezza del personale medico e infermieristico nell’esercizio del proprio lavoro», ha dichiarato la vicepresidente della Commissione Affari sociali della Camera, Michela Rostan non appena saputo della nomina «E’ necessario far subito fronte alle tante emergenze. A partire dalla carenza di personale medico causata dai numerosi pensionamenti previsti nei prossimi cinque anni – prosegue la deputata di Liberi e Uguali – e dalla riduzione dei tempi delle liste di attesa rilanciando il servizio sanitario nazionale».
Nato a Potenza, classe ’79, Roberto Speranza ha studiato al Liceo scientifico Galileo Galilei del capoluogo lucano, per poi laurearsi in scienze politiche alla Luiss a Roma. Capogruppo del Partito Democratico alla Camera dei Deputati nella precedente legislatura e vicino a Pier Luigi Bersani, entrò in aperto dissenso con l’allora segretario Matteo Renzi in occasione del voto di fiducia della nuova legge elettorale, l’Italicum. Fu l’inizio di un lungo esodo che vide molti volti storici del partito abbandonare il Nazareno nel tentativo di costruire una formazione alternativa ad un PD “rottamato” da Renzi. Insieme ad Arturo Scotto, Enrico Rossi e Pier Luigi Bersani crea un nuovo partito chiamato Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista, che raccoglie i fuoriusciti PD e Sinistra Italiana, di cui diventa coordinatore nell’aprile 2017. Il 4 marzo è stato rieletto alla Camera dei Deputati con Liberi e Uguali nella circoscrizione Toscana. Attualmente è componente della I Commissione Affari Costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni.