Sindacati e istituzioni del mondo medico e delle professioni sanitarie salutano il nuovo titolare della Salute. La FNOPI chiede che il servizio sanitario «torni ad essere la prima scelta per i cittadini e per professionisti sanitari» mentre lo SMI chiede di rivedere il processo di autonomia differenziata
Il cambio della guardia a Lungotevere Ripa dove a Giulia Grillo è succeduto Roberto Speranza di Leu è stato salutato dal mondo della sanità che, con la crisi di governo, ha visto bloccarsi provvedimenti attesi da tempo come quello contro la violenza agli operatori sanitari.
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«Salutiamo e ringraziamo per il suo ottimo operato il ministro Giulia Grillo. Al nuovo ministro della Salute, Roberto Speranza, le nostre più vive congratulazioni e gli auguri di un lavoro buono e fruttuoso per la salute di tutti i cittadini e per il futuro del Servizio Sanitario Nazionale» è il saluto del Presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCeO) Filippo Anelli, che aggiunge: «Il lavoro da fare è molto e importante – continua Anelli -. Occorre ricollocare la sanità tra le priorità dell’agenda politica e affrontare, per risolverli, i problemi di quella che è la più grande impresa italiana. Vanno riprese alcune tematiche sulle quali, insieme al ministro Grillo, si era incominciato a ragionare, vedendo già i primi risultati. Va colmata la carenza di specialisti, garantendo un futuro al nostro Servizio Sanitario Nazionale e riconsegnando la speranza ai nostri giovani medici, perché non debbano più fuggire all’estero o nel privato. Vanno riscattati anni di definanziamento, con politiche sanitarie efficienti ed efficaci. Vanno restituite l’autonomia, l’indipendenza e la responsabilità ai professionisti, ponendo un freno all’aziendalizzazione e tornando a riempire di significato le competenze mediche della diagnosi e della prescrizione. Va garantita ai cittadini quella partecipazione che è il presupposto indispensabile di ogni libertà e diritto. In particolare, vanno assicurati a tutti coloro che si trovano sul territorio italiano il diritto alla Salute e all’uguaglianza, quali diritti di umanità e non di cittadinanza. Il rilancio del nostro Servizio Sanitario Nazionale deve diventare, con un vero gioco di squadra, la partita di tutto il Governo».
Auguri a Speranza sono arrivati dai sindacati Fassid e Cimo-Fesmed. «Facciamo gli auguri di buon lavoro al Presidente del Consiglio, ai Ministri, ai Ministri della Salute e dell’Economia. La salute pubblica è una delle nostre industrie più importanti ed è fondamentale un nuovo approccio intellettuale fra economia e salute. Ci auguriamo che il nuovo Governo trovi le risorse per investire nel benessere degli italiani e riporti al centro dell’interesse il Sistema Sanitario Nazionale» sottolinea Corrado Bibbolino, Coordinatore Nazionale FASSID (Federazione AIPAC, AUPI, SIMET, SINAFO, SNR Dirigenti). «A nome della Federazione CIMO-FESMED, dei medici che rappresenta e mio personale, invio i migliori auguri al nuovo ministro della Salute Roberto Speranza, che assume un incarico tanto importante quanto oneroso per le complesse problematiche della sanità, con l’auspicio che aiuti il sistema salute a uscire dalla palude di cattiva gestione amministrativa, zero investimenti e scarsa attenzione per la competenza», è l’augurio di Guido Quici, Presidente della Federazione CIMO-FESMED, aggiungendo che «non mancherà lo spirito di collaborazione del sindacato dei medici per iniziative che mettano al primo posto nella sanità la dignità del lavoro dei professionisti e il diritto universale alle cure in Italia».
Il Sindacato medici Italiani guidato da Pina Onotri chiede al Governo Conte «di mettere al primo posto dell’azione governativa la tutela della salute, la valorizzazione delle professioni mediche e sanitarie. Ci aspettiamo – continua Onotri – che venga ripreso il cammino per l’approvazione definitiva del nuovo Patto della Salute e che vi siano le risorse sufficienti per la risoluzione dei problemi emergenziali legati alla carenza di specialisti e di medici di medicina generale. Ci attendiamo, inoltre, misure che riequilibrino la retribuzione dei medici, avvicinandole agli standard europei; questo rappresenterebbe la condizione per evitare la grande fuga di professionisti dal SSN». Onotri chiede poi che il governo intervenga sul processo di autonomia differenziata: «Questo Governo sia realmente di svolta: non permetta che il regionalismo differenziato diventi il grimaldello per privatizzare il rapporto di lavoro dei medici e per smantellare il Servizio Sanitario Nazionale. Il nostro Paese non ha bisogno di medici e di una sanità di serie a e di serie b. Occorre che si assicurino risorse sufficienti al Servizio Sanitario Nazionale per garantire l’accesso paritario alle cure per tutti i cittadini del nostro Paese».
Anche gli infermieri salutano la nascita del governo Conte bis e l’arrivo del nuovo ministro Speranza. «Il nuovo ministro della Salute ha sicuramente un compito importantissimo nei confronti dei cittadini e della loro salute e degli oltre 1,5 milioni di operatori sanitari che se ne occupano quotidianamente: riportare il Servizio sanitario nazionale a essere la prima scelta per i cittadini e per professionisti sanitari, i primi alle prese sempre più con difficoltà di accesso, disuguaglianze e ticket elevati, i secondi con gli effetti di anni di blocco del turnover, carenze patologiche e condizioni di lavoro sempre più difficili. Per farlo è necessario rilanciare gli investimenti nel Ssn, a partire dal suo capitale umano, sia dal punto di vista assunzionale che della maggiore valorizzazione delle competenze professionali» sottolinea Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI).
Il sindacato Nursing Up scrive a tutte le parti politiche impegnate nel nuovo esecutivo «affinché sappiano lavorare insieme in un clima di leale e concreta collaborazione per portare avanti e varare i provvedimenti che vedono protagonista la professione infermieristica, al centro di un importante processo di riforma ventennale che richiede ora uno scatto culturale e di visione nelle politiche sanitarie del Paese. Priorità improcrastinabile, al netto del Decreto Calabria, è lo sblocco del turnover per far respirare il Servizio Sanitario Nazionale, già carente di 76mila unità, secondo i recenti dati del Centro studi Fnopi all’indomani dell’introduzione della Quota 100».