L’Ordine provinciale di Roma dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri, “pur esprimendo doveroso rispetto per la sentenza della Sezione terza/quater del Tar Lazio circa la questione dell’ambulatorio “See and Treat” pubblicata il 19/10/16, ritiene tuttavia che, trattandosi di materia di rilevante interesse deontologico, abbia la competenza di approfondirne il merito”. “Le motivazioni addotte non sono convincenti […]
L’Ordine provinciale di Roma dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri, “pur esprimendo doveroso rispetto per la sentenza della Sezione terza/quater del Tar Lazio circa la questione dell’ambulatorio “See and Treat” pubblicata il 19/10/16, ritiene tuttavia che, trattandosi di materia di rilevante interesse deontologico, abbia la competenza di approfondirne il merito”.
“Le motivazioni addotte non sono convincenti e sembrano meritevoli di attente osservazioni”, commenta il presidente dei camici bianchi della Capitale, Giuseppe Lavra. “Nello specifico rimangono, infatti forti, perplessità sulla legittimità della “controfirma” del medico, sulla identificazione delle “urgenze minori” o codici bianchi, sulla congruità del richiamo alla sentenza di Cassazione Sez. IV 1° ottobre 2014 n° 11601, sul richiamo alle modalità di redazione della certificazione medica”. Inoltre – sottolinea Lavra – il danno che paventa l’Ordine di Roma non attiene affatto alla categoria medica bensì alla professione medica che viene esercitata a tutela della collettività, come da previsione di legge”.
Pertanto, l’Ordine capitolino “procederà a un approfondimento della sentenza citata insieme ai propri esperti e consulenti”. “Appare molto probabile che la vicenda avrà un seguito – annuncia il presidente Lavra – in quanto siamo convinti che sia in gioco l’interesse dei cittadini ad avere garantite nella fase clinica prestazioni mediche appropriate”.