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«Prima di consumare qualsiasi cibo, per scongiurare il botulismo, accertarsi che la sua provenienza sia nota e che la conservazione sia avvenuta correttamente». L’avvertimento arriva da Francesco Paolo Rossi, dirigente medico del pronto soccorso dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Palidoro. LEGGI ANCHE: NAPOLI, MANGIA ZUCCA “AL BOTULINO”, 24ENNE IN RIANIMAZIONE Attenzione ai più piccoli «Il batterio […]
«Prima di consumare qualsiasi cibo, per scongiurare il botulismo, accertarsi che la sua provenienza sia nota e che la conservazione sia avvenuta correttamente». L’avvertimento arriva da Francesco Paolo Rossi, dirigente medico del pronto soccorso dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Palidoro.
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«Il batterio del botulino può trovarsi sottoforma di spora nell’ambiente o anche nel cibo. Il miele è tra gli alimenti più a rischio, tanto da essere altamente sconsigliato sotto l’anno di età – sottolinea Rossi -. Soprattutto – continua l’esperto – è molto difficile che un bambino con meno di 12 mesi riesca ad esternare un eventuale malessere, quantomeno a parole».
«Il malessere che deriva da questa intossicazione – continua Paolo Rossi – è purtroppo piuttosto comune a molte patologie pediatriche, sintomi spesso confusi anche dagli stessi medici, tanto che la diagnosi definitiva è di solito abbastanza difficile. Il primo e più importante tra i sintomi è l’ipotonia: bambini capaci di stare seduti, mangiare da soli, cominciano ad apparire improvvisamente un po’ troppo rilassati nei movimenti e nella postura. Nel caso di bimbi un po’ più grandi, in grado di parlare, è possibile che lamentino una vista sdoppiata. Se dovessero insorgere questi sintomi, non presenti in passato, è buona norma indagare se il botulino possa essere la causa scatenante, recandosi immediatamente al pronto soccorso».
«Si comincia dagli esami del sangue per escludere patologie di natura infettiva, spesso confuse con il botulismo stesso – dice lo specialista – per poi procedere con esami più invasivi come la puntura lombare o l’elettromiografia, fino a ricerche sul campo per cercare eventuali tracce di botulino nei luoghi frequentati dal bambino prima del malessere».
«È fondamentalmente sintomatica, poiché la diagnosi è spesso tardiva. In Italia – commenta Rossi – abbiamo a disposizione un antidoto in grado di ridurre gli effetti, non eliminando quelli già instaurati dalla tossina all’interno del corpo. Ma bloccare il progredire della malattia è fondamentale: grazie a questo antidoto la tossina viene eliminata dall’intestino del bambino, esaurendo man mano gli effetti dell’intossicazione. Solo in rari casi, se non riconosciuta – conclude l’esperto – l’intossicazione da botulino può portare ad insufficienza respiratoria ed anche al decesso».
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