«Nonostante i progressi compiuti in questi anni, ogni 40 secondi una persona si suicida». Alla vigilia della Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio, il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus lancia l’allarme. Sono solo 38 infatti i Paesi al mondo che hanno dato vita a delle strategie di prevenzione. «Di più […]
«Nonostante i progressi compiuti in questi anni, ogni 40 secondi una persona si suicida». Alla vigilia della Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio, il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus lancia l’allarme. Sono solo 38 infatti i Paesi al mondo che hanno dato vita a delle strategie di prevenzione. «Di più rispetto a cinque anni fa, ma ancora decisamente troppo pochi» commenta l’OMS in una nota.
«Ogni morte è una tragedia per la famiglia, gli amici e i colleghi. Ma il suicidio è prevenibile. Chiediamo quindi agli Stati di prevedere efficaci strategie di prevenzione del suicidio nei programmi sanitari e scolastici», aggiunge Ghebreyesus.
Seconda causa di morte tra i giovani tra i 15 e i 29 anni dopo gli incidenti stradali, il 79% dei suicidi avviene nei Paesi a medio e basso reddito. I Paesi benestanti, tuttavia, registrano il tasso più alto: 11,5 ogni 100mila abitanti.
I metodi più comuni sono l’impiccagione, l’auto-avvelenamento da pesticidi e l’utilizzo di armi da fuoco. «Per diminuire i suicidi – scrive l’OMS – la riduzione dell’accesso ai pesticidi si è rivelata particolarmente efficace. In Sri Lanka, il divieto di utilizzare le sostanze più pericolose ha permesso in 10 anni di salvare 93mila persone, riducendo i suicidi del 70%».
Ma tra le direttive che arrivano dall’OMS, c’è anche un ruolo più consapevole dei media nel riportare notizie di suicidi, l’identificazione precoce e la gestione di soggetti a rischio e programmi destinati ai giovani per insegnar loro a superare le difficoltà e lo stress del quotidiano.
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