Ddl 2400, Liuzzi: «si tratta di un diritto». Lettieri: «Atto di buon senso, riconosciuto importo in misura sgravata in tre anni ottenibile con credito d’imposta o attraverso beneficio di contributi figurativi su profilo previdenziale».
Il disegno di legge n. 2400 per il rimborso ai medici ex specializzandi a cui non è stato riconosciuto il corretto trattamento economico per gli anni di studio post laurea, prosegue il suo iter parlamentare e, dopo la commissione Istruzione, arriva in commissione Sanità al Senato. Ai nostri microfoni il relatore del Ddl, il senatore Pietro Liuzzi (CoR).
Senatore Liuzzi, il provvedimento è ancora all’esame delle Commissioni. Allo studio, in questo momento, ancora emendamenti che prevedono piccole modifiche. Facciamo il punto della situazione.
«La questione è importante, stiamo verificando il grande interesse relativo a questo argomento, ritengo che la partecipazione non sia soltanto finalizzata a questioni di natura risarcitoria quanto invece alla richiesta da parte del ceto sanitario di perequazione di diritti. Questo elemento è stato riconosciuto dallo Stato».
Infatti il medico vedrà riconoscersi un diritto che vale per tutta la categoria, ma ovviamente per quanto riguarda il risarcimento è bene chiarire che il medico dovrà agire, dovrà dimostrare la volontà di chiudere questa partita.
«Confermo. Noi andiamo a sancire con questa legge, sebbene in termini di transazione, un diritto maturato in capo a ciascun ex specializzando. Questo ovviamente non deve indurre in errore, rispetto alla interpretazione di chi appunto deve esercitare un precisa richiesta e si deve attivare, dimostrando di avere titoli e requisiti affinché appunto lo Stato possa intervenire a tale proposito».
Interviene sull’argomento anche il senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri (CoR) firmatario del Ddl.
Arriva il Ddl 2400 per gli ex specializzandi, finalmente è possibile porre fine a questa vicenda?
«La competenza su questo Disegno di legge è della settimana Commissione Cultura del Senato che ha ormai da tempo incardinato il provvedimento e ha chiesto il parere di merito alla Commissione Igiene e Sanità che affronterà questo tema con una discussione generale e con la elaborazione del provvedimento che renderemo alla Commissione Cultura. Questo è l’iter. Successivamente la Commissione Cultura acquisiti anche gli altri pareri dalle Commissioni competenti, proseguirà l’iter legislativo, analizzerà, esaminerà e voterà gli emendamenti e speriamo che il provvedimento possa aggiungere presto all’Aula. Presto perché dovremmo cercare di compensare i tempi biblici di una telenovela giudiziaria, potremmo chiamarla così, è iniziata agli inizi degli anni ‘80 e che sostanzialmente ha dovuto fare ricorso anche alla Corte di Giustizia Europea oltre che ai numerosi provvedimenti del Consiglio d’Europa che non sono stati però tempestivamente recepiti nel nostro Paese finalizzati a riconoscere ai medici specializzandi il diritto a ottenere una borsa di studio. Successivamente, i soggetti che hanno fatto ricorso pian piano stanno avendo dalle aule dei tribunali le sentenze con le quali si intima allo Stato di liquidare le somme spettanti ai medici che quel diritto non lo hanno visto. Un provvedimento per il quale io avevo già fatto nella precedente legislatura una battaglia, ho proposto un disegno di legge che unificato nel testo ora all’esame del Senato e che sostanzialmente ritengo rappresenti un atto di civiltà. Il punto di equilibrio si riassume nella possibilità che gli aventi diritto possano vedere riconosciuto questo importo in misura sgravata di interessi e di rivalutazioni spalmate in un arco temporale di tre anni ottenibile anche attraverso il credito d’imposta oppure attraverso il beneficio di contributi figurativi da farsi valere su profilo previdenziale. Credo che sia un atto di buon senso che tiene conto della particolare onerosità del provvedimento stesso, ma tiene anche conto di un diritto inalienabile, quello maturato dai medici che non possono essere assolutamente ignorati rispetto ad una legittima giusta rivendicazione che abbiamo inteso rappresentare e che sosterremo in modo convinto anche nelle aule del Parlamento».
Un Governo che dichiara alle porte della prossima Legge di Stabilità un fondo ulteriore per la sanità. Forse per chi chi ha avanzato con un ricorso la volontà di voler chiudere con una transazione, è il momento giusto?
«Possiamo solo esprimere un auspicio, come generalmente si fa alla vigilia di un provvedimento il cui testo ancora non è noto e che speriamo metta le cifre promosse al posto giusto. Speriamo che il Governo sia attento e che finanzi adeguatamente anche questo provvedimento che apparentemente esula dai principi della buona sanità ma di fatto assorbe dentro i principi di buona sanità un diritto maturato da quei medici che hanno mantenuto in piedi il nostro servizio sanitario attraverso una encomiabile e lodevole attività di volontariato che oggi deve necessariamente trovare un riscontro positivo ed una parola semplice, grazie».