Dopo il primo via libera arrivato dalla Commissione Igiene e Sanità arrivato lo scorso 9 luglio, la crisi di governo aveva fatto temere un accantonamento del provvedimento tanto atteso dai professionisti della salute
Approvato in Senato il Ddl sulla sicurezza degli operatori sanitari. Dopo il primo via libera arrivato dalla Commissione Igiene e Sanità arrivato lo scorso 9 luglio, la crisi di governo aveva fatto temere un accantonamento del provvedimento tanto atteso dai professionisti della salute. In Aula il disegno di legge ha ricevuto 237 i voti favorevoli, ora passerà al vaglio della Camera.
Durante la seduta il senatore della Lega Gianfranco Rufa, relatore del testo, ha esposto gli articoli presenti nella riforma:
«L’articolo 1 prevede l’istituzione dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie, nonché socio-sanitarie, prevedendo che entro tre mesi dall’entrata in vigore della legge, con decreto del Ministro della salute, previa intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, venga istituito presso il Ministero della salute il menzionato Osservatorio, per assolvere ai prescritti compiti di seguito dettagliatamente indicati: monitorare gli episodi di violenza, in parecchi casi non denunciati, ma che sono all’ordine del giorno, che molti tra medici, infermieri e personale sanitario hanno spesso paura di segnalare; monitorare gli eventi sentinella che possano dar luogo a fatti commessi con violenza o minaccia ai danni degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie; monitorare l’attuazione delle misure di prevenzione e protezione a garanzia dei livelli di sicurezza sui luoghi di lavoro, ai sensi del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81; promuovere la diffusione delle buone prassi in materia di sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie. L’articolo, inoltre, prevede che l’Osservatorio usufruisca anche del supporto dell’Osservatorio nazionale delle buone pratiche sulla sicurezza nella sanità istituito presso l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) e degli ordini professionali».
«L’articolo 2 reca una modifica all’articolo 583-quater del codice penale, che disciplina le lesioni gravi o gravissime a un pubblico ufficiale, nel senso che ne ampia l’ambito di applicazione, prevedendo che sia aggiunto, infine, il seguente comma: “Le stesse pene si applicano in caso di lesioni personali gravi o gravissime cagionate a personale esercente una professione sanitaria o socio-sanitaria o a incaricati di pubblico servizio, nell’atto o a causa dell’adempimento delle funzioni o del servizio presso strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche o private”».
«Il successivo articolo 3 reca l’integrazione dell’articolo 61 del codice penale, nel senso che aggiunge il comma 11-septies al medesimo articolo, al fine di prevederne le circostanze aggravanti per chi commette il fatto con violenza o minaccia a danno degli esercenti le professioni sanitarie».
«L’articolo 4 reca norme in materia di procedibilità, disponendo la seguente modifica: All’articolo 581, primo comma, del codice penale, dopo le parole: “a querela della persona offesa,” sono inserite le seguenti: “salvo che ricorra la circostanza aggravante prevista dall’articolo 61, numero 11-octies)”. E successivamente: All’articolo 582, secondo comma, del codice penale, dopo le parole: “previste negli articoli” sono inserite le seguenti: “61, numero 11-octies),”».
«L’articolo 5 infine, in coerenza con le indicazioni di neutralità finanziaria che caratterizzano i contenuti degli articoli sopra sintetizzati, ribadisce che dall’attuazione della legge in esame non derivano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, nel senso che vi si provvede mediante le risorse umane, strumentali e finanziarie già disponibili a legislazione vigente».
LE REAZIONI
«Gli episodi di violenza e le aggressioni a chi lavora nel mondo della sanità sono inaccettabili. Oggi dal Senato è arrivata una prima importante risposta con voto all’unanimità. È la strada giusta su cui continuare a lavorare». Così commenta l’approvazione del Ddl sulla sicurezza degli operatori sanitari il Ministro della Salute, Roberto Speranza.
«Voglio ringraziare il Senato per aver approvato all’unanimità il mio ddl sulla sicurezza degli operatori sanitari, un bel segnale. Perché le aggressioni ormai sono un’emergenza in tutto il territorio. Spero che alla Camera faremo altrettanto (abbreviando un pò i tempi)». Lo afferma su Twitter l’ex ministro della Salute, Giulia Grillo.
«Questo Ddl previene e contrasta le odiose aggressioni contro il personale sanitario e risponde a una necessità etica. Un dovere politico e morale teso a salvaguardare l’incolumità di chi tutela la nostra salute. Di chi si impegna, ogni giorno, ogni notte, ogni momento, per garantire il diritto alla salute di tutti noi». Così la capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Commissione Igiene e Sanità del Senato, Maria Domenica Castellone, intervenendo nell’Aula di Palazzo Madama. «Viene istituito – ha spiegato – l’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie, grazie al quale sarà possibile non solo monitorare gli episodi di violenza a danno degli esercenti le professioni sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni, ma anche promuovere studi ed analisi per poter proporre misure idonee alla rimozione dei fattori di rischio negli ambienti più esposti. Durante il lavoro al testo di questi mesi in commissione, insieme ai miei colleghi, ho tenuto particolarmente a determinare un inasprimento delle pene per chi si macchia del reato di aggressione durante l’esercizio della professione sanitaria. È stata infatti aggiunta un’aggravante, tra quelle previste all’art.61 del codice penale, per chi commette il fatto con violenza o minaccia a danno degli esercenti le professioni sanitarie e si è introdotta la procedibilità d’ufficio anche senza la querela della persona offesa. Il sistema normativo potrà così dirsi perfezionato, tramite due misure che costituiscono sia contrasto sia deterrente contro il perpetrarsi dei fenomeni di violenza».
«L’approvazione del provvedimento con una corsia preferenziale rispetto al normale iter che lo aveva tenuto in stand by per oltre un anno, rappresenta per i professionisti della salute motivo di soddisfazione e soprattutto orgoglio per l’introduzione nell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie, degli Ordini professionali, una richiesta di modifica al testo avanzata ed accolta grazie anche al lavoro della FNOPI». Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini degli infermieri (FNOPI) che rappresenta gli oltre 450mila professionisti presenti in Italia, commenta a caldo l’approvazione in prima lettura al Senato del Ddl contro la violenza sugli operatori. «Ringraziamo l’onorevole Giulia Grillo che ha presentato il provvedimento e il ministro Roberto Speranza che lo ha spinto verso la rapida conclusione. Speriamo ora in un’approvazione veloce anche alla Camera e siamo convinti che questo tema non si esaurisca con il disegno di legge, ma richieda ulteriori, molteplici interventi costanti nel tempo e integrati da parte di tutti».
«E’ un segnale positivo ed importante per contrastare un fenomeno in crescita e sul quale noi per primi abbiamo acceso i riflettori con uno studio ad hoc, tra l’altro, citato nella relazione tecnica dello stesso provvedimento». E’ quanto afferma Andrea Bottega, segretario generale del Nursind infermieri, dopo il via libera all’unanimità da parte del Senato del disegno di legge sulla sicurezza per gli esercenti delle professioni sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni. Anche ieri, ricorda inoltre il sindacalista, «con un sit-in a Roma abbiamo voluto riportare l’attenzione su questo fenomeno sul quale, purtroppo, ancora aleggia l’indifferenza della politica e dei vertici delle aziende sanitarie». Per il Nursind è fondamentale «completare l’iter di approvazione della legge. Ma è altrettanto vitale- rimarca il sindacato- dare seguito alle nostre richieste di coinvolgere nell’Osservatorio, previsto nel disegno di legge, i rappresentanti dei lavoratori, di prevedere l’obbligo da parte del datore di lavoro di denunciare d’ufficio le aggressioni e di garantire l’adeguamento del Fondo sanitario nazionale. L’unica strada- conclude Bottega- per offrire ai cittadini un servizio di qualità rimane infatti quella di investire sulle risorse umane e non, quella del definanziamento del sistema, percorsa fino a ora, a detrimento delle condizioni di lavoro e del servizio offerto».