«I medici facciano bene i medici, gli infermieri bene gli infermieri. L’Italia non può permettersi trasferimento delle competenze». Così il presidente della Federazione degli Ordini dei Medici. E il segretario Fimmg Scotti chiede la trasformazione del corso di formazione MMG in specializzazione
«Un Paese come l’Italia non può permettersi il task shifting. Il trasferimento delle competenze da un professionista all’altro serve nei Paesi in cui c’è la guerra e mancano i medici; ma la carenza di camici bianchi in Italia non può essere una giustificazione. Le professioni sanitarie sono una grande risorsa per il Paese, con cui noi medici dobbiamo operare in sinergia e non in competizione. Ma i medici facciano bene i medici e gli infermieri facciano bene gli infermieri. Poi ogni professione è legittimata a chiedere maggiore qualità dell’assistenza, ma nel rispetto del proprio ruolo e delle proprie competenze». In uno dei passaggi più applauditi della mattinata dal popolo dei medici di medicina generale riuniti a Villasimius per il Congresso della Fimmg, il presidente della FNOMCeO Filippo Anelli ha commentato così la polemica scoppiata nei giorni scorsi dopo le dichiarazioni dell’assessore Venturi circa il rapporto tra le professioni.
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«Non possiamo permettercelo – ha proseguito Anelli – perché significherebbe ammettere di voler abbassare la qualità della nostra assistenza. I medici seguono un percorso formativo lungo tra i 9 e gli 11 anni. Ed è allora arrivato il momento di garantire per legge ad ogni laureato un percorso formativo completo, che comprenda la laurea e la specializzazione o la medicina generale. Diamo ai ragazzi una borsa di studio, non un posto di lavoro precario».
Anche il segretario generale della Fimmg Silvestro Scotti, nella sua relazione, ha parlato di formazione, proponendo la trasformazione del corso di formazione di medicina generale in specializzazione: «Si cambi il titolo conseguito dai colleghi. Diventi diploma di specializzazione in medicina generale. La disciplina della medicina generale ha tutto il diritto di diventare specialistica». Dichiarazioni accolte da una standing ovation.
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Particolarmente apprezzato dalla platea, anche l’intervento dell’assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera, che si è rivolto ai medici di medicina generale presenti in sala: «Vi abbiamo sempre sentiti al nostro fianco, perché siete tra i comparti del Servizio sanitario nazionale più lungimiranti. Avete la piena consapevolezza delle difficoltà vissute dal SSN e del rischio concreto che l’universalità del sistema crolli. E avete la voglia di cambiare il paradigma, per pensare al cittadino e non al malato, per valorizzare il territorio ed uscire dalla logica ospedalo-centrica. È un cambiamento culturale, per questo è complicato, ma è necessario affrontare e vincere questa sfida. E insieme a voi, uomini di grande coraggio, cambieremo la storia di questo Paese».
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