«Io ho usufruito poco della sala parto, ho un figlio solo…». Ha prestato servizio per 42 anni e 2 mesi sempre nello stesso ospedale: va in pensione Gabriella Bagatella, 60 anni, residente ad Arre, ostetrica agli Ospedali Riuniti Padova Sud “Madre Teresa di Calcutta” di Monselice, in forze allo stesso presidio ospedaliero anche quando era […]
«Io ho usufruito poco della sala parto, ho un figlio solo…». Ha prestato servizio per 42 anni e 2 mesi sempre nello stesso ospedale: va in pensione Gabriella Bagatella, 60 anni, residente ad Arre, ostetrica agli Ospedali Riuniti Padova Sud “Madre Teresa di Calcutta” di Monselice, in forze allo stesso presidio ospedaliero anche quando era ospitato in un’altra sede, anche quando l’Ulss di riferimento era la numero 23, poi trasformata nella 17, ora confluita nell’Ulss 6, provinciale su scala padovana.
«Ho amato tantissimo il mio lavoro, più di ogni altra cosa», racconta Gabriella, che nella sua lunga carriera ha cambiato 40 primari. In principio era infermiera professionale ma il suo sogno era diventare ostetrica. Ci è riuscita, studiando la notte su fotocopie, facendo sacrifici su sacrifici. «Mio papà voleva che andassi a lavorare, a casa mia c’era tanto bisogno. Mi aveva fatto raggiungere il diploma come ai miei fratelli, ma per realizzare la mia passione sono scappata di casa. Oggi sono molto felice di aver fatto il lavoro che mi piaceva, con un trasporto e un amore per me grandi. Ho fatto nascere 5mila bambini, partorire le donne che ho visto nascere negli anni Ottanta: seguendo il travaglio che dura anche parecchie ore, diventi la madre delle più giovani o la sorella maggiore, raccogli confidenze, dai consigli, ti metti sul loro stesso piano, ascolti storie belle e meno belle. Cosa conta alla fine nella vita? La salute, la serenità, altrimenti tutto diventa nuvoloso».
A novembre Gabriella Bagatella andrà un mese a Lima, in Perù, con la Caritas: «Mi dedicherò al volontariato, lavorerò nei distretti, negli ospedali, nelle abitazioni. Ho tantissimi ricordi, difficili da raccontare: ogni paziente mi ha lasciato qualcosa, in quarant’anni la professione è cambiata, le donne sono diventate giustamente più esigenti, adesso affrontano la gravidanza e il parto a un’età diversa, dopo aver pianificato anche la loro attività lavorativa. I bambini no, loro sono rimasti uguali», ride.
«Salutiamo e ringraziamo di cuore Gabriella, di cui ricorderemo – sostiene il dottor Carlo Dorizzi, direttore dell’Unità operativa complessa di Ginecologia e Ostetricia dell’Ospedale Madre Teresa di Calcutta di Monselice – l’estrema bontà, la grande disponibilità, l’ottimo rapporto con pazienti e colleghi. E le auguriamo un enorme in bocca al lupo per la sua “seconda vita” da pensionata, e da volontaria».