Il Consiglio nazionale della Federazione degli Ordini delle professioni sanitarie TSRM e PSTRP ha approvato una mozione in cui si chiede, per far fronte alla necessità di «una gestione più efficiente delle attività socio-sanitarie e dei modelli organizzativi in cui queste sono erogate», di procedere con urgenza all’instaurazione di «un dialogo interprofessionale e inter-istituzionale» per arrivare alla «definizione partecipata e condivisa di modelli organizzativi che, a sicurezza ed efficacia almeno pari a quelli in uso, sono in grado di innovare le modalità di erogazione delle prestazioni sanitarie ospedaliere e di potenziare quelle territoriali, ambulatoriali e domiciliari, promuovendo la piena valorizzazione delle professioni sanitarie». Punto di partenza resta sempre l’articolo 32 della Costituzione della Repubblica italiana che «tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana».
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Ecco il testo integrale della mozione:
Il Consiglio nazionale della Federazione nazionale degli Ordini dei Tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione, rappresentativo di 19 professioni e 235mila professionisti, delibera, all’unanimità, quanto segue.
- Le note premesse demografiche, sociali, epidemiologiche ed economiche, impongono l’ammodernamento del sistema socio-sanitario, rendendolo adeguato a riconoscere, gestire e, quando possibile, risolvere in modo sicuro ed efficace i problemi di salute della popolazione, tradizionali e nuovi.
- Gli accresciuti e mutati bisogni socio-sanitari e l’innovazione tecnologica per essi disponibile determinano una sofferenza economica del sistema e richiedono una gestione più efficiente delle attività socio-sanitarie e dei modelli organizzativi in cui queste sono erogate. Per garantire la sostenibilità e il rilancio del sistema socio-sanitario è urgente riorganizzarlo al fine di una più appropriata allocazione delle risorse: economiche, strutturali, tecnologiche e professionali.
- Negli ultimi due decenni l’impianto normativo, formativo, giurisprudenziale, culturale e valoriale delle professioni sanitarie è sensibilmente mutato, crescendo e migliorando in ogni dimensione.
- Rifiutando ogni dogmatismo, pregiudizio, rivendicazione o demagogia, consapevoli che le attività socio-sanitarie sono tutte inserite in una logica di processo inter-disciplinare per la quale è necessaria l’inter-professionalità, le professioni sanitarie garantiscono la loro piena e incondizionata disponibilità a supportare ogni iniziativa finalizzata alla sostenibilità del sistema socio-sanitario del nostro Paese e, nel medio periodo, al suo rafforzamento e miglioramento.
- I cambiamenti organizzativi impongono anche la ridefinizione delle attribuzioni professionali, senza che ciò determini necessariamente la reciproca messa in discussione delle attività tipiche e riservate che caratterizzano ogni professione sanitaria. In quest’ottica, la valorizzazione delle 22 professioni sanitarie non deve essere, come non è, in contrasto con ciò che è di esclusiva competenza del laureato in medicina e chirurgia.
- Già nell’ottobre 2011 la Commissione salute della Conferenza delle Regioni e della Province autonome di Trento e Bolzano chiese al Ministero della salute di poter ampliare e specializzare le competenze delle professioni sanitarie. Si registra con preoccupazione che a distanza di otto anni tale richiesta sia rimasta senza risposta organica, contribuendo a determinare una crescente sofferenza del sistema socio-sanitario, di tensione interna alle professioni e, periodicamente, di attriti inter-professionali. Per ciò che è loro proprio, la valorizzazione delle professioni sanitarie è uno degli interventi più efficienti per garantire la maggior sicurezza e la miglior appropriatezza ed efficacia delle prestazioni erogate, in quanto aumenta la qualità dell’assistenza integrando le risposte date dalla diagnosi e dalla terapia medica.
- Da un punto di vista concettuale siamo fermamente convinti che nell’interesse generale trovi collocazione e valorizzazione la parte positiva degli interessi particolari, sia del singolo che dei gruppi. Da un punto di vista metodologico, siamo altrettanto convinti che ogniqualvolta la proposta innovativa sia accompagnata da un certo grado di incertezza, si debba adottare il metodo scientifico quale strumento oggettivo per la sua valutazione ed eventuale validazione.
- Sulla base di una comune alleanza valoriale, negli ultimi tempi si è diffusa una sana e promettente disponibilità istituzionale e professionale a concertare i percorsi di valorizzazione delle professioni sanitarie. È, pertanto, urgente ricercare e sostenere con ogni risorsa disponibile, sin dai prossimi atti parlamentari, ministeriali, regionali e aziendali, quel confronto inter-professionale e inter-istituzionale dal quale può derivare la definizione partecipata e condivisa di modelli organizzativi che, a sicurezza ed efficacia almeno pari a quelli in uso, sono in grado di innovare le modalità di erogazione delle prestazioni sanitarie ospedaliere e di potenziare quelle territoriali, ambulatoriali e domiciliari, promuovendo la piena valorizzazione delle professioni sanitarie.