Il Presidente degli industriali italiani rivendica per il settore la ‘svolta green’: «Abbiamo ridotto di oltre il 70% le emissioni, di oltre il 50% il consumo di energia». Poi chiede di «evitare altri payback»
Evitare nuovi payback farmaceutici e confermare i due fondi per i farmaci innoviti. Sono due delle richieste che Massimo Scaccabarozzi, Presidente di Farmindustria, rivolge alla politica italiana anche in vista dell’approvazione della legge di Bilancio che però al momento non vede particolari interventi su questo settore. Scaccabarozzi rivendica per l’industria farmaceutica il fatto di aver anticipato la ‘svolta green’: «Abbiamo ridotto di oltre il 70% le emissioni, di oltre il 50% il consumo di energia», sottolinea a Sanità Informazione. Poi mette in guardia da una revisione ‘selvaggia’ del prontuario: «Si rischia di mettere in ginocchio un’industria senza portare alcun vantaggio per il finanziamento del sistema sanitario nazionale. Se si pensa di risolvere il problema con questi sistemi è utopia».
Presidente, l’ex viceministro Garavaglia sostiene che basterebbe lo 0,2% del PIL da destinare all’innovazione farmaceutica. Perché non si fa?
«Non siamo noi i decisori politici. Credo sia importante venga fatto questo. Pensi che si sta ancora dibattendo sulla conferma o meno dei due fondi per i farmaci innovativi che erano stati previsti ormai un paio di anni fa, che hanno dato tanto e hanno consentito ai malati italiani di avere accesso ai farmaci più nuovi. Mi auguro si vada in una direzione che tuteli l’innovazione perché lo dobbiamo ai malati. Intanto un buon segnale sarebbe la riconferma di questi due fondi».
Nella finanziaria sembra che non ci sia molto per l’industria farmaceutica…
«Al momento non abbiamo visto nulla, poi credo che nel percorso arriverà qualcosa».
Cosa vi aspettate?
«Ho apprezzato molto le dichiarazioni che il ministro Speranza ha fatto in questi giorni quando ha detto che la sanità non è un costo ma deve essere un investimento nella salute dei cittadini e ho apprezzato che non ci saranno tagli perché sappiamo cosa le politiche dei tagli hanno comportato. Mi auguro effettivamente che ci sia anche la conferma dei fondi dell’innovazione e anche il bilanciamento, se ne parla da tempo e faceva parte del patto che abbiamo siglato quando abbiamo chiuso la vicenda del payback che era lì da 5 anni perchè altri payback ci attendono, non creiamo quello che è successo negli ultimi 5 anni con i payback passati. Il patto prevedeva che noi assolvessimo al debito e che poi si sarebbero rivisti i tetti perché da un lato c’è un disavanzo e dall’altro c’è una mancanza di finanziamento. È un peccato perché senza il travaso di questi fondi si sprecano risorse da una parte senza dare assistenza ai cittadini dall’altra parte. Quindi ci auguriamo almeno di vedere queste due iniziative e di non vedere revisioni fatte selvaggiamente del prontuario che non portano da nessuna parte. Non ci dimentichiamo che nell’ambito della spesa territoriale non si riescono a spendere tutte le risorse che ci sono e in più siamo ormai a dei farmaci che sono per oltre il 90% a brevetto scaduto, quindi con dei prezzi che sono nell’ordine di 4-5 euro a confezione. Se si fanno quelle revisioni selvagge si metterà in ginocchio un’industria senza portare alcun vantaggio per il finanziamento del sistema sanitario nazionale perché se si pensa di risolvere il problema con questi sistemi è utopia».
Si è parlato di sostenibilità ambientale. C’è una nuova coscienza che sta maturando?
«Noi siamo avanti da anni. Per esempio siamo riusciti a ridurre di oltre il 70% le emissioni, di oltre il 50% il consumo di energia perché credo che il nostro debba essere un settore coerente. Noi ci occupiamo di salute e dobbiamo farlo a 360 gradi non solo producendo farmaci che fanno guarire ma anche tutelando l’ambiente facendo sì che le persone non si ammalino. Quindi anche da un punto di vista green siamo ben oltre i parametri della media industriale».