Il presidente del Coordinamento Nazionale Associazioni professioni sanitarie sottolinea: «Molti detrattori pronosticavano un insuccesso di questa casa comune, invece abbiamo vinto sfida». Poi aggiunge: «Attendiamo ancora un decreto ministeriale che rappresenta la composizione della Commissione nazionale degli Albi»
Si prospettano mesi intensi per i professionisti sanitari iscritti al maxi Ordine TSRM e PSTRP. Non solo per l’imminente elezione delle Commissioni d’Albo provinciali ma anche per le “sfide culturali future” come ricorda ai microfoni di Sanità Informazione Antonio Bortone, Presidente del CONAPS, Coordinamento Nazionale Associazioni professioni sanitarie, a margine del 18° Congresso dell’UNID, l’Unione igienisti dentali che si è svolto a Roma. Bortone, in prima linea anche al recente primo Congresso nazionale dell’Ordine TSRM e PSTRP, ha tracciato a Sanità Informazione quelle che saranno le sfide future delle professioni sanitarie ed ha garantito piena collaborazione ai presidenti interprovinciali di Ordine in vista delle imminenti elezioni: «È giusto che i presidenti siano preoccupati però a loro conforto c’è una dichiarata disponibilità a cooperare sul piano prettamente organizzato oltre che operativo da parte delle singole AMR territoriali. Non si è mai da soli a gestire la complessità». Poi ha sottolineato la necessità di lavorare, nel medio periodo, a una operazione «che permetta di dare all’opinione pubblica la percezione di un profilo nuovo dell’Ordine».
Presidente, si è svolto da poco il primo Congresso nazionale del maxi Ordine delle professioni sanitarie, ora il congresso degli igienisti dentali UNID. Il mondo delle professioni sanitarie è in fermento…
«Esattamente. Grande vivacità. E non finisce qui. Ci aspetta un appuntamento imminente che è la costituzione delle Commissioni d’Albo dove le istituzioni maggiormente rappresentative contribuiranno insieme con i presidenti degli Ordini a garantire una buona ed efficace organizzazione sul territorio, a livello capillare, affinchè possano comporsi le commissioni d’Albo. La composizione di queste commissioni farà perdere la rappresentatività alle associazioni e si entrerà nel vivo, in termini di rappresentanza professionale e anche gestione di servizi per i professionisti afferenti ai singoli Albi, dell’applicazione della legge 3 del 2018. Seguiranno poi gli appuntamenti così cadenzati in termini di ricomposizione dei Consigli direttivi degli ordini e via a seguire. Attendiamo ancora un decreto ministeriale che rappresenta la composizione della Commissione nazionale degli Albi e a quel punto lavoreremo affinchè quest’ultimo tassello nel mosaico così prezioso dell’attuazione della legge 3 del 2018 vada a completarsi per una piena e operativa funzionalità degli Ordini sul territorio».
Le elezioni delle Commissioni d’Albo saranno un grande esercizio di democrazia, far votare 19 professioni è complesso. Qualche presidente di Ordine ha detto che ci potrebbero essere dei ritardi…
«Ritardi assolutamente no perché qualora ci fossero ci sarebbe una inadempienza rispetto a indicazioni della norma. Sia la legge 3 del 2018 ma ancora di più il decreto ministeriale che istituisce le Commissioni d’Albo prevede l’elezione delle stesse nel terzo quadrimestre dell’anno. Noi ci troviamo nel terzo quadrimestre dell’anno ed è giusto che venga a compiersi in questo momento. È un atto dovuto. A giusta ragione qualche presidente di Ordine interprovinciale può essere spaventato perché la mole organizzativa è importante, non ci sono esempi prima d’ora di un Ordine così composito, così articolato, con 19 albi. Penso a quegli ordini che raggruppano una popolazione professionale in ambito territoriale molto ampia, basta pensare alle grandi città metropolitane, Milano, Roma e Napoli. È giusto che i presidenti siano preoccupati però a loro conforto c’è una dichiarata disponibilità a cooperare sul piano prettamente organizzato oltre che operativo da parte delle singole AMR territoriali. Non si è mai da soli a gestire la complessità».
Al di là degli ultimi provvedimenti normativi sulla composizione delle Commissioni d’Albo, quali sono le nuove sfide delle 19 professioni che si sono unite in questo Ordine?
«Ci sono sfide innanzitutto culturali prima ancora che politiche. La prima sfida che possiamo dire di aver vinto è quella dello stare insieme. C’erano molti detrattori, molti scettici che pensavano, anzi pronosticavano un insuccesso di questa casa comune, di questo esercizio oltre che democratico di cooperazione e collaborazione. Questa è una sfida che abbiamo vinto perché il processo di integrazione e di armonizzazione sta avvenendo con la normale difficoltà di un percorso che rappresenta veramente un percorso complesso. Ribadisco, nessun Ordine ha una simile complessità come il nostro. Per quanto riguarda le sfide future si tratta di sfide culturali perché bisognerà sempre di più e meglio organizzare un Ordine a tutela del cittadino e al servizio dei singoli professionisti. Questa sarà un’opzione strategica che imposteremo insieme su ogni territorio al fine di dare all’opinione pubblica la percezione di un profilo nuovo dell’Ordine. Questo è quello che vorremmo raggiungere nel corso del medio termine».